Ong, Formigli supera se stesso: “Bullismo di Stato”. E prepara un “processo” al governo

Corrado Formigli è partito carico di veleno da gettare addosso al governo. “C’è l’impressione che, da parte di questo governo, ci sia nei confronti delle Ong un bullismo marittimo di Stato. Il Governo ha creato questa regola per azzerare l’operatività delle ONG”. Le affermazioni sono gravi, anche se dal conduttore di “Piazza Pulita” a prevedibile l’attacco diretto alla regolamentazione dell’azione delle navi delle organizzazioni non governative, i “taxi del mare”. Quindi il conduttore de La7 parte in quarta contro la misura del ministro dell’Interno Piantedosi, fortemente voluta e spiegata dall’esecutivo Meloni per salvaguardare la legalità. “Illegalmente in questo Paese non si entra”, ha più volte spiegato il premier. Ebbene, questo per Formigli è “bullismo di Stato”. Del resto, da uno che ha difeso Saviano, consentendogli di definire Meloni “bastarda”, cosa aspettarsi?

La lunga sosta natalizia deve avere caricato a pallettoni il conduttore di PiazzaPulita che ha aperto la sua trasmissione con un servizio sulle ong. Si è messo a fare il professorino, cartina geografica davanti, asticella per indicare le rotte. Dunque è partito contestando le due regole fondamentali del decreto sulle ong: non si può fare più di un salvataggio alla volta; bisogna portare i migranti in un posto sicuro ma non necessariamente in quello più vicino. Apriti cielo. Poi ha mostrato sulla cartina i viaggi più lungi che le navi ong dovranno percorrere a causa del decreto. Quindi ha proceduto con il suo cavallo di battaglia: mandando  un servizio sui disagi che vivono le navi di salvataggio. “Com’è possibile – ha attaccato il conduttore di La7 – che forze politiche che si dichiarano giustamente garantiste e favorevoli alla presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio considerano le ong in combutta con i trafficanti di esseri umani senza che ci sia una sentenza a loro carico?”. La risposta – se ci fosse stato un contraddittorio- sarebbe stata che cfi sono le inchieste, fra tutte quelle di Trapani- che dimostrano che ci sia un contatto tra i due momenti dei salvataggi in mare. Le nuove regole serviranno a contrastare l’illegalità. Ma Formigli, in pratica, sembra invitare alla “disobbedienza”.

Ma le regole sono scomode e già si pensa di aggirarle. Del resto, ospite d’onore in trasmissione è Juan Matias Gil, capomissione diMedici senza frontiere. Che in diretta spiega che si faranno beffa delle regole: “C’è una manipolazione della legge -dice-: anche con questo decreto il comandante farà un secondo salvataggio. C’è una legge internazionale che va oltre la legge nazionale. C’è una strumentalizzazione sulla pelle delle persone. Dopo l’approdo ad Ancona gli adulti sono stati portati con un pullman in Lombardia. Questa cosa si poteva fare anche sbarcando nel sud Italia”. La pretesa e l’arroganza di dettare legge, sostituendosi allo Stato è grottesca. E Formigli persevera nel fare l’avvocato delle ong.

La mia impressione – ha proseguito a testa bassa Formigli – è che si stia facendo qualcosa di inaccettabile. Com’è possibile che un ministro come Piantedosi non si renda conto che c’è un accanimento, qualcosa del tutto non proporzionato al ruolo delle ong”. Inaccettabile per chi pratica e si fa cantore di un immigrazionismo selvaggio, certo. Si dà il caso che gli italaini abbiano votato centrodestrfa per mettere un punto fermo di regolarità agli sbarchi, ponendo la questione a livello europeo.  Formigli e Company preferiscono il caos. Sul tema si scontrano in trasmissine Borgonovo della Verità  e Cappellini di Repubblica: “Il fatto incontrovertibile è che qualcuno ci guadagna deall’assenza di regole”, argomenta il primo, prove alla mano. “Sciocchezze”, replica l’editorialista del quotidiano di Molinari. “Possiamo essere d’accordo che sei ci sono meno partenze ci sono meno morti?”, replica Borgonovo.

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