Omosessualità, Orban pugno di ferro: “non ritiro la legge, i comunisti e non io negavano i diritti dei gay”. E Meloni: “Dalla sinistra due pesi e due misure”

Viktor Orban respinge le pressioni dell’Ue e difende la legge sull’omosessualità di recente approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento ungherese. 17 capi di Stato e governo (tra i quali Mario Draghi) hanno sottoscritto una dichiarazione di condanna di qualunque forma di discriminazione a sfondo sessuale proprio per indurre Orban a fare marcia indietro.

Ma il premier ungherese, arrivando a Bruxelles proprio in occasione del vertice, ha ribadito che non intende ritirare il provvedimento. E che non si tratta di un provvedimento discriminatorio. Questa la sua risposta a Ursula von der Leyen che aveva definito vergognosa la legge ungherese.

«Non abbiamo una legge» contro l’omosessualità in Ungheria, ha detto. «Abbiamo una legge che difende genitori e bambini. È sempre meglio leggere prima e poi reagire». Quindi ha rincarato la dose: “Nel regime comunista l’omosessualità era punita. E io ho combattuto per la loro libertà e i loro diritti. Quindi difendo i diritti dei ragazzi omosessuali. Ma questa legge non riguarda questo. Riguarda i diritti dei ragazzi e dei genitori”. La normativa mira principalmente a combattere la pedofilia, ma include anche il divieto di altre forme di rappresentazione di orientamento sessuale oltre alla eterosessualità, nei programmi di educazione sessuale nelle scuole, nei film e nelle pubblicità rivolte agli under 18.

Giorgia Meloni, interpellata sull’argomento, ha risposto così a chi gli chiedeva di commentare la legge ungherese: “Non ho avuto il tempo di leggere la norma in discussione in Ungheria e ritenuta da 17 Paesi Ue discriminatoria delle persone Lgbt, ma ascolterò il punto di vista del presidente Orban e poi voglio leggere la normativa. Mi consenta di dire che considero un po’ schizofrenico l’atteggiamento della sinistra italiana. Il collega Zan il giorno prima è contento del fatto che la Commissione Ue contesti una legge approvata dal Parlamento ungherese, il giorno dopo si dice scandalizzato dell’intervento del Vaticano su una legge in discussione al Parlamento italiano. Non si possono usare sempre due pesi e due misure”.

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