By Cristina Bassi
È arrivata la richiesta dell’ergastolo per Alessandro Impagnatiello. Non è neppure escluso che oggi arrivi la sentenza della corte d’Assise. Si parte con la requisitoria dei pm, per la prima volta le telecamere sono ammesse in aula, ma è vietato riprendere l’imputato, su sua richiesta. Oltre a Impagnatiello sono presenti i parenti della vittima, Giulia Tramontano, uccisa a Senago con 37 coltellate il 27 maggio 2023, quando era incinta di sette mesi. L’ex barman è accusato di omicidio aggravato (dai futili motivi, dalla crudeltà, dalla premeditazione e dal vincolo della convivenza), interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere. L’aggiunto Letizia Mannella, dopo il lungo intervento del pm Alessia Menegazzo, chiede la pena del carcere a vita con isolamento diurno di 18 mesi.
“Impagnatiello – così Menegazzo – ha confermato la sua responsabilità, ha ammesso i fatti quando aveva le spalle al muro, anche se ha tentato ancora una volta di manipolare la realtà dei fatti. La sua non è una confessione spontanea, ma ha parlato quando gli indizi erano schiaccianti”. Il pm ha iniziato un “viaggio dell’orrore” nel descrivere il delitto e ha sottolineato che ci sono “prove certe e incontrovertibili” della colpevolezza dell’imputato. Impagnatiello ha messo in atto un “narcisismo mortale” e ha perseguito “per mesi” il piano di “eliminare Giulia e Thiago considerati ostacolo”. Ha realizzato un “quadro criminoso” portato avanti “con lucidità e controllo. Nessun raptus o blackout”, ma una “rabbia fredda” che aveva come obiettivo “inscenare la scomparsa di Giulia, con l’evidente scopo di simulare un suicidio”. Impagnatiello “è un manipolatore, psicopatico e bugiardo”, dice il pm ricordando le parole degli psichiatri, in lui “c’è mancanza totale di empatia, di rimorso e di morale”.
Ancora: “Non sapremo mai cosa sarebbe successo, ma la serialità è un tratto della sua personalità”. Sull’omicidio: “Non c’è nessun segno di difesa nella povera Giulia, lui ha organizzato un vero e proprio agguato, l’ha ammazzata appena ha varcato la soglia. E la scena del crimine è stata preparata con estrema cura”.
La vittima “ha firmato la propria condanna a morte quando ha comunicato all’imputato che aspettava un bambino”. La Procura ha insistito sulla premeditazione: “Impagnatiello progettava da mesi di uccidere Giulia e il bambino. La avvelenava con il topicida da quando lei gli ha detto della gravidanza”.