Omicidio Attanasio, Giorgia Meloni: “Ricordarlo non è solo un dovere, è un atto di giustizia e amore”

I messaggi di Sergio Mattarella Giorgia Meloni, la commemorazione al Senato, i messaggi numerosi della politica, ma anche l’annuncio di progetti operativi dedicati alla sua memoria fatto dal governo. Non è solo un ricordo formale quello che l’Italia tributa all’Ambasciatore Luca Attanasio e con lui al Carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo, che oggi, due anni fa, furono uccisi in Congo mentre si trovavano in missione con un convoglio delle Nazioni Unite.

«La Repubblica Italiana conserva la memoria del sacrificio loro e di tutti coloro che hanno generosamente dato la vita nel servire le Istituzioni», è stato il messaggio di Mattarella, accompagnato dalla «partecipe vicinanza al dolore delle famiglie» di Attanasio, Iacovacci e Milambo. «Nel loro ricordo prosegue l’impegno italiano in Africa per la promozione dei valori di solidarietà e convivenza pacifica tra i popoli», ha proseguito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il premier Giorgia Meloni ha sottolineato che ricordare Attanasio e Iacovacci «non è solo un dovere istituzionale, ma un atto di giustizia e di amore. Verso le loro famiglie e i loro cari, che più di qualunque altro piangono la loro scomparsa e che possono contare sul sostegno delle Istituzioni per conoscere la verità su quei tragici fatti. Verso la nostra Nazione, che con orgoglio può rendere omaggio al sacrificio di due servitori dello Stato rimasti uccisi nel compimento dei propri doveri. Verso le future generazioni, perché possano ispirarsi a Luca e a Vittorio nel proprio cammino, umano e professionale». Meloni quindi ha ricordato il loro impegno in Africa, un Paese spesso dimenticato dalla comunità internazionale, ma che «al contrario merita attenzione, rispetto e sostegno». Questo spirito che muoveva Attanasio e Iacovacci, «muove la politica estera dell’Italia nei confronti dell’Africa, che – ha concluso Meloni – ha come obiettivo strategico quello di costruire un modello virtuoso di collaborazione e crescita capace di garantire sicurezza, stabilità e reciproco sviluppo ai nostri popoli e alle nostre Nazioni».

Nell’aula del Senato è stato poi Ignazio La Russa, a ricordare che «Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci erano due giovani italiani che con coraggio, generosità e passione rappresentavano l’anima migliore della nostra Nazione all’estero». «La loro missione – ha rimarcato il presidente del Senato – così come quella di tanti altri rappresentanti della diplomazia e delle Forze armate, appare ancora oggi fondamentale per garantire alle popolazioni civili di diversi luoghi del pianeta quei diritti che dovrebbero essere alla base di qualsiasi società». Un impegno, ha proseguito La Russa, «che rimane come un vero e proprio insegnamento civile».

Un impegno che il governo, attraverso la Farnesina, ha voluto onorare con azioni concrete. «Il ministero degli Esteri, con la rete diplomatica consolare e gli uffici Ice, sta realizzando un progetto economico intitolato a Luca, “l’iniziativa Attanasio”, per rafforzare l’assistenza alle imprese italiane che si affacciano sui mercati dell’Africa Subsahariana», ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, citando anche il sacrificio di Milambo. Fra le iniziative vi sono l’intitolazione «in omaggio a Luca» di «borse di studio per studenti dei Paesi africani dove ha prestato servizio e stiamo collaborando a progetto con “Mama Sofia” che aveva fondato con la moglie per attirare sempre più giovani talenti in Italia e per costruire relazioni durature tra le nuove classi dirigenti italiane e dei nostri paesi partner». Inoltre, «insieme all’autorità congolese è stata intitolata ad Attanasio la via dell’ambasciata italiana» nella Repubblica democratica del Congo.

E proprio in Congo, a sostegno del progetto “Mama Sofia”, ha trascorso questo secondo anniversario dalla morte la moglie di Attanasio, Zakia Seddiki, che a sua volta ha voluto omaggiare la memoria del marito «con il sorriso e in maniera concreta, portando avanti i progetti di Luca». «Non è facile essere qui a Kinshasa, in questa data particolare, ma dobbiamo affrontarla», ha detto parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos. In città, tra l’altro, per il primo marzo è attesa l’udienza conclusiva del processo che si sta celebrando in Congo, mentre per quello italiano l’udienza preliminare è fissata per il 25 maggio. «Vogliamo aiutare questi ragazzi ad avere un futuro migliore, approfittando del sistema italiano di formazione. E dare loro la possibilità di realizzare, tramite la formazione, i loro sogni e i loro progetti», ha proseguito la vedova Attanasio, spiegando che anche alle sue figlie, con lei in Africa, cerca di tramandare i valori del padre: «L’impegno sociale, il rispetto verso gli altri, il continuare ad amare, senza perdere tempo ad odiare. È anche per questo che oggi siamo qua».

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