Oddio, sono “fascisti, pistoleri, manipolatori”. Gli elettori non credono più alle macchinette del fango della sinistra, nelle urne votano con cuore e coscienza

I giornali piagnoni si attaccano all’astensionismo per rendere meno rotonda la pallonata ricevuta dalle urne. Ecco il titolo della Stampa: “Lombardia e Lazio, vince il centrodestra ma sei elettori su dieci disertano le urne”. Fa quasi tenerezza la convinzione delle truppe giornalistiche capitanate da Giannini che quei sei elettori, se si fossero recati alle urne, avrebbero dato la loro preferenza a un candidato di sinistra. Ma andiamo avanti. Repubblica suona la stessa musica: “Urne vuote, vince Meloni”. Capito? E’ una vittoria depotenziata, secondo loro. Lasciamo che si consolino così.

E tuttavia un ragionamento sulle campagne di fango orchestrate dai media progressisti e sull’effetto boomerang delle stesse è doveroso, imprescindibile. Prendiamo Attilio Fontana, sbranato durante la pandemia come se fosse il vero artefice in laboratorio del virus pestilenziale. Chi non ricorda la gogna cui fu sottoposto il governatore lombardo per la faccenda dei camici dell’azienda del cognato. Fu una donazione, alla fine. Fu tutto archiviato, alla fine. Ma Fontana dovette barcamenarsi in una situazione difficilissima, stretto tra due fuochi: il Covid che imperversava e la sinistra che cercava di farlo passare per un politico corrotto, truffaldino, uno che non aveva istituito la zona rossa (decisione che spettava invece al governo Conte). Bene: ha vinto le regionali con il 54%. Un chiaro segnale di sfiducia nelle macchine del fango col marchio progressista.

Ma il vizietto da quelle parti è ben radicato. Con Francesco Rocca, in campagna elettorale, hanno fatto lo stesso. Hanno tirato fuori di tutto. Dipingendolo come un pericoloso estremista, uno che aveva avuto guai giudiziari (peraltro mai negati dall’interessato), hanno sfruttato il fratello per circondarlo di un’aura fosca e truce, hanno persino tirato fuori ridicole accuse di connivenza con la mafia. Hanno preso un altro, metaforico, ceffone dagli elettori in risposta alle loro camarille. Ma non sembra che abbiano desiderio di cambiare: sempre Repubblica oggi suona squilli di tromba per annunciare che la vecchia destra si è presa la Regione, tirando fuori Batman (Fiorito) e gli amici di Massimo Carminati. E’ sempre il solito, antico vizietto stalinista della demonizzazione. Non possono farne a meno. Anche quando gli elettori (e i lettori) mandano segnali inequivocabili di stanchezza, di sfinimento, di derisione. “Ah, sono così pericolosi per voi? E allora li voto…”.

E da ultimo un’annotazione su FdI. Nonostante l’affanno di chi ha dipinto Fazzolari come un pistolero, Donzelli come un eversore, Delmastro come il capofila degli “sbroccati della destra” (copyright di Giuliano Ferrara, ultimamente un po’ appannato) il partito di Giorgia Meloni trionfa nel Lazio col 34% e in Lombardia con il 26% (aveva il 3,8%). Di che parliamo signore e signori? Forse sarebbe ora di scendere dalla ruota del criceto e affacciarsi nel mondo reale. Se poi non lo volete fare continuate pure. In fondo, siete l’alleato migliore per la destra. L’elettore percepisce come ingiuste le vostre castronerie e non vede i difetti del centrodestra. Siete voi che fate da paravento, voi con il vostro fanatismo, col vostro pregiudizio, con le vostre ridicole macchinette del fango. E più la realtà ve le smonta più voi insistete. Vi piace troppo il gioco del boomerang.

Pubblicato da edizioni24

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