Nordio accelera su pm e giudici separati

By Pier Francesco Borgia

Sulla riforma della giustizia la rotta è fissata e il vento è «in poppa». Il governo sfoggia sicurezza sul percorso parlamentare del nuovo sistema giudiziario immaginato dal Guardasigilli. Lo stesso Nordio (foto) si dice sicuro che la separazione delle carriere è a prova di referendum. Ne è convinta, d’altronde, la stessa premier che dal salotto televisivo di Vespa conferma: «Siamo sempre pronti per il voto dei cittadini. Sul referendum della giustizia come per gli altri referendum».

Nordio ha spiegato il suo crono-programma della riforma in una riunione cui hanno preso parte i capigruppo in Commissione affari costituzionali e in Commissione giustizia. L’idea è quella di arrivare entro la fine del prossimo anno non soltanto al vaglio della legge di riforma da parte del Parlamento ma anche della sua benedizione con il referendum confermativo da tenere entro la fine del prossimo anno.

Per rispettare i tempi la prima lettura alla Camera deve essere licenziata entro la fine dell’anno e al Senato entro la fine del mese di gennaio 2025. In questo modo entro l’inizio dell’estate si potrebbe avere la legge (probabilmente senza maggioranza qualificata). Il referendum confermativo, d’altronde, non fa paura a questa maggioranza. E a spiegarne il perché è lo stesso ministro. Il sentimento popolare è largamente favorevole al cambiamento, sostiene Nordio. Lo dimostra, a esempio, il voto in Liguria. La vittoria di Marco Bucci per la poltrona di governatore della Liguria sarebbe la prova di un cambiamento dell’opinione pubblica sul lavoro dei giudici. In altri tempi l’inchiesta avrebbe pesato sul voto. Oggi gli elettori si mostrano più diffidenti verso le conclusioni avanzate dai pubblici ministeri. A proposito di elezioni, Nordio poi ricorda che la separazione delle carriere così come la riforma del Csm fanno parte del mandato degli elettori. «Quindi non è neanche un nostro diritto portarle avanti – spiega – ma un nostro dovere».

Per tornare al lavoro parlamentare sulla riforma, nelle prossime tre settimane si dovrebbe esaurire il lavoro in Commissione e l’Aula di Montecitorio sarà impegnata a fine mese a dare un suo placet al disegno di legge. Non si tratta però di un testo «blindato», spiega lo stesso ministro. Ci potranno essere emendamenti al testo. L’importante, avverte il Guardasigilli, è che siano preventivamente condivisi da tutta la maggioranza.

Discorso aperto, invece, sulla questione dell’elezione dei membri laici del Csm. Anche all’interno della maggioranza sono in molti che pensano che dovrebbe essere «archiviato» il sistema del sorteggio. Come è proposto per i membri togati. Questi ultimi, però, vengono già da una selezione fatta per concorso mentre i candidati «laici» no. Ed è lo stesso Nordio a spiegare in sintesi il dibattito sulla questione intervenendo alla trasmissione Ping pong su Radio 1. «Escludere l’elezione per sorteggio della componente parlamentare del Csm è un’ipotesi fondata – spiega Nordio -. Il tema è oggetto di dibattito, ci sono pro e contro e potrebbe sembrare irrazionale che una parte del Csm sia sorteggiata e una parte eletta».

D’altronde, aggiunge il Guardasigilli, «se il Csm deve avere anche una minima rappresentanza popolare l’ipotesi di escludere la componente parlamentare dal sorteggio è fondata. Ne stiamo discutendo e comunque la maggioranza anche su questo si presenterà estremamente compatta in Parlamento».

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