“Non riesco a respirare” il caso in Iran: studentesse intossicate per non farle andare a scuola (Video)

Ancora notizie di studentesse intossicate in Iran. I nuovi casi, riportano i media ufficiali, riguardano alcune scuole superiori di Teheran e Ardabil, dove oltre 100 ragazze sono state portate in ospedale dopo avere inalato gas tossici. Le autorità assicurano che stanno indagando sui casi sempre più frequenti, iniziati a novembre e che hanno preso di mira anche bambine. I misteriosi incidenti – tesi sostenuta anche dal vice ministro della Sanità Younes Panahi – sono attacchi deliberati per impedire alle ragazze di avere un’istruzione.

Nelle scorse ore è stata segnalata un’ondata di nuovi casi, tra cui una serie di intossicazioni di studentesse delle scuole superiori nella capitale Teheran, secondo l’agenzia di stampa Fars. I servizi di emergenza sono stati inviati sul posto, mentre alcuni genitori hanno affermato che la causa dell’avvelenamento era dovuta a  uno spray.L Video.

capo della polizia iraniana, Ahmad Reza Radan, ha dichiarato che nessuno è stato ancora arrestato. “La nostra priorità è trovare la causa dell’avvelenamento delle studentesse e fino ad allora non giudicheremo se sia intenzionale o meno”, ha dichiarato.

Episodi di questo tipo sono diventati sistematici dal momento che intossicazioni di studentesse erano state riportate anche nei mesi scorsi nelle scuole di altre città, tra cui Qom, Ardebil, Boroujerd, Sari oltre che a Teheran. I video che testimoniano di queste ulteriori violenze contro le donne  circolano in rete.

L’Ansa riferisce che Mohammadtaghi Fazel-Meibodi, docente presso il seminario di Qom, ha detto al quotidiano riformista Shargh che, secondo alcuni rapporti non confermati ufficialmente, un gruppo religioso estremista chiamato Hazarehgera, che ha sedi non solo a Qom ma anche a Isfahan, è probabilmente responsabile degli incidenti perché ritiene che le ragazze non dovrebbero ricevere istruzione. Secondo denunce di attivisti sui social media, le studentesse sono vittime di una vendetta a causa delle proteste anti governative nelle scuole che si sono susseguite da settembre dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia perché non portava il velo in modo corretto. Alcuni hanno paragonato la situazione a simili episodi avvenuti in Afghanistan tra il 2010 e il 2015 quando in alcune scuole del Paese decine di studentesse sono rimaste intossicate dopo avere inalato gas.

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