By Francesca Salvatore
Un nuovo terremoto scuote l’establishmente di Tel Aviv: Benjamin Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa, Yoav Gallant, per divergenze sulla gestione della guerra a Gaza: Israel Katz, al comando degli Affari Esteri, prenderà il suo posto. In una nota scritta, il premier israeliano ha dichiarato che c’erano “divergenze significative” tra lui e Gallant nella gestione della campagna militare e che “tali divergenze divari sono state accompagnate da dichiarazioni e azioni che contraddicono le decisioni del governo e del gabinetto“. Il ministro senza portafoglio Gideon Sa’ar sostituirà Katz come titolare degli Esteri.
Adducendo come motivo la mancanza di fiducia reciproca, in una lettera concisa pubblicata dal suo ufficio, Netanyahu ha riferito a Gallant che il suo mandato terminerà 48 ore dopo la ricezione della missiva. “Vorrei ringraziarla per il suo servizio come ministro della Difesa“, conclude la comunicazione. “Purtroppo, anche se nei primi mesi della guerra c’era fiducia e c’era un lavoro molto fruttuoso, negli ultimi mesi questa fiducia si è incrinata tra me e il ministro della Difesa“, ha affermato Netanyahu in una dichiarazione video. Da tempo il premier israeliano accusava Gallant di aiutare indirettamente i nemici di Israele: “Ho fatto molti tentativi per colmare queste lacune, ma continuavano ad ampliarsi“, dice. “Sono anche giunte a conoscenza del pubblico in un modo inaccettabile e, cosa ancora peggiore, sono giunte a conoscenza del nemico: i nostri nemici ne hanno tratto piacere e ne hanno tratto un sacco di benefici“.
Gallant, dopo aver ricevuto la lettera di “licenziamento” ha rilasciato una dichiarazione succinta, affermando che “la sicurezza dello Stato di Israele è sempre stata, e rimarrà sempre, la missione della mia vita“. La decisione arriva in un momento di tensione nella coalizione di Netanyahu per via dell’obbligo di leva di soldati ultra-ortodossi: proprio ieri Gallant aveva autorizzato la naja per altri 7.000 Haredim nelle Idf. L’ormai ex ministro della Difesa si è opposto fermamente alla legge che preserverebbe in larga parte l’esenzione degli uomini ultraortodossi dal servizio militare, richiesta dai due partiti dal cui sostegno dipende la coalizione di Netanyahu.
Un clima di fiducia che si è andato via via deteriorando fino alla rottura. Ora i leader dell’opposizione chiedono il conto di questo gesto: “Scendete in piazza“, twitta il presidente dei Democratici Yair Golan, dopo l’annuncio di Netanyahu. “Politica a spese della sicurezza nazionale“, afferma il presidente di National Unity Benny Gantz, ex membro del gabinetto di guerra di Netanyahu. “Non c’è nulla di basso a cui questo governo non possa sprofondare“, aggiunge il parlamentare di Unità Nazionale Orit Farkash Hacohen. “Un ministro della Difesa che annuncia ordini di coscrizione per migliaia di Haredim viene licenziato nel bel mezzo di una guerra alla vigilia di un attacco [iraniano] per il bene della legge sull’evasione“.
Manifestanti stanno bloccando l’autostrada Ayalon, appiccando incendi per protestare contro il licenziamento: tra loro gruppi antigovernativi e familiari degli ostaggi, che accusano Netanyahu di fare politica e di mettere in pericolo i loro cari.