[Non cambio idea. Ognuno guardi al proprio orto] Giorgia Meloni categorica: “Non faccio buon viso a cattivo gioco: il mio “orto” è il centrodestra e non ci pianto l’ulivo”

«Io non faccio più buon viso a cattivo gioco, se non ho garanzie che chi è mio alleato voglia stare in questa metà campo». Giorgia Meloni è stata molto netta nel corso della sua intervista a Non è l’Arena, nel chiarire che il futuro del centrodestra non è affatto scontato. «C’è il rischio che vada da sola?», ha chiesto Giletti. «Questo lo vedremo, non dipende solo da me», ha risposto la leader di FdI, per la quale la discriminante è l’ancoraggio ai valori del centrodestra, il fatto che la partita si giochi su questo campo, dal quale lei e il suo partito non si sono mai spostati e non intendono spostarsi.

«Il mio orticello è il campo del centrodestra. Il mio orticello sono i valori della destra e del centrodestra. Se qualcuno dice che nel mio orticello devo piantarci l’ulivo non ce lo pianto», ha chiarito Meloni, con un chiaro riferimento alle parole di Matteo Salvini, che aveva puntato l’indice contro chi nel centrodestra avrebbe preferito guardare al proprio orto piuttosto che allo «spirito di squadra». Quanto al progetto di una federazione sul modello del partito Repubblicano, la leader di FdI ha chiarito che «non mi riguarda. Anche se faccio presente – ha sottolineato – che non mi sembra i Repubblicani siano alleati di governo con i democratici». «Sono scelte che fanno gli altri, le rispetto», ha comunque chiarito Meloni, aggiungendo che «le guardo con interesse».

Lei e Salvini, ha rivelato, non si sono più sentiti dopo l’elezione di Mattarella, «ma non è la prima vota che accade». E Berlusconi?Nello studio di Giletti riecheggiano le indiscrezioni sul fatto che il Cavaliere avrebbe pronosticato per Meloni il rischio di «fare la fine di Marine Le Pen», costretta in un cono d’ombra dal quale non può uscire. «Quello che succede a Le Pen succede nel sistema francese, che è un sistema semipresidenziale. Quello che accade a Le Pen a FdI non può accadere, nemmeno con la legge proporzionale», ha spiegato Meloni, sottolineando che piuttosto il proporzionale «serve a impedire che il centrodestra possa vincere».

La leader di FdI, poi, ha ricordato che per il Quirinale «ero d’accordo su candidatura di Silvio Berlusconi: il centrodestra aveva il diritto di candidare una figura rappresentativa del centrodestra». «Berlusconi – ha aggiunto – è stato un grandissimo presidente del Consiglio: sono sempre stata leale con Berlusconi perché ne ho stima e rispetto. Con Berlusconi ho sempre avuto un rapporto schietto che si basa su rispetto e sulla stima».

Dunque, il tema della presidenza della Repubblica. Meloni ha spiegato di sperare e voler credere «che questo settennato possa essere diverso da quello passato». «Ho condiviso alcuni passaggi del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è stato in piena discontinuità con il presidente precedente. Ha parlato di combattere le disuguaglianze, che con questo governo sono aumentate per esempio con le distinzioni tra i bambini vaccinati e non vaccinati». Un tema, questo, rispetto al quale Meloni s’è fatta portavoce delle preoccupazioni di tante famiglie, ribadendo che non vaccinerà la figlia.

«Non lo farò, l’ho già detto e lo rivendico», ha detto, chiarendo che «mi spaventa molto come affrontiamo questo dibattito sui vaccini in Italia». «La scienza sulla vaccinazione dei minori non è tutta d’accordo. Ho fatto fare a mia madre subito la terza dose perché è una figura a rischio. Ritengo che lo stesso rischio non ci fosse per mia figlia», ha spiegato, sottolineando poi che «mi preoccupa che chiunque abbia dei dubbi venga trattato come un criminale o un terrorista».

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