By Chiara Clausi
«L’Iran non ha paura e risponderà a qualsiasi atto di follia con prudenza e intelligenza». A dirlo è il presidente della Repubblica islamica Masoud Pezeshkian. È la prima reazione ufficiale all’attacco israeliano all’Iran. Il leader di Teheran ha parlato ieri durante la commemorazione dei quattro soldati iraniani, uccisi nei raid di sabato. Dopo il blitz di Tel Aviv pure la Guida suprema Ali Khamenei si è pronunciata in pubblico.
«Il male del regime sionista nel suo attacco di sabato contro l’Iran non dovrebbe essere né ingigantito né sminuito» ha puntualizzato Khamenei e ha aggiunto: «Questo errore di calcolo dei sionisti deve essere ridimensionato, affinché comprendano il potere e la determinazione dell’Iran». Khamenei ha sottolineato che le autorità della Repubblica islamica decideranno la risposta appropriata, basandosi sull’interesse del Paese. Gli ha replicato Benjamin Netanyahu, nel corso di una cerimonia per celebrare i caduti della campagna Spade di ferro, ovvero la guerra iniziata con l’attacco di Hamas il 7 ottobre, senza abbassare i toni: «L’attacco è stato preciso e potente, e ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati: abbiamo danneggiato gravemente la capacità di difesa dell’Iran e la sua capacità di produrre missili, dopo che negli ultimi mesi abbiamo seguito un piano sistematico per tagliare i tentacoli alla piovra. Chiunque ci fa del male, noi gli facciamo del male» ha tuonato. Il premier però è stato contestato dai parenti delle vittime che hanno fischiato e urlato: Vergogna.
Netanyahu si ritrova ad affrontare sia il fronte interno che internazionale. L’esercito iraniano sostiene infatti che Israele abbia utilizzato «lo spazio aereo controllato dagli Stati Uniti in Iraq» per portare a termine i suoi attacchi. Mentre la comunità internazionale è allarmata per la possibilità dell’espandersi del conflitto. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà oggi. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, in una lettera inviata al Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, chiede la condanna dei raid israeliani all’Iran. «Teheran si riserva il diritto di rispondere legittimamente all’aggressione israeliana» avverte. «L’Iran esorta l’Onu ad assumere una posizione ferma e a condannare il regime in modo forte e inequivocabile, dimostrando alla comunità internazionale che tali gravi violazioni non rimarranno senza risposta». L’ambasciatore di Israele all’Onu Danny Danon ha chiarito invece che la richiesta di Teheran è «un altro tentativo di danneggiarci, questa volta nell’arena politica». Danon ha definito ridicole le affermazioni secondo cui Israele avrebbe violato il diritto internazionale.
«All’Iran non verrà permesso di continuare a nascondersi dietro i suoi affiliati. Finché l’Iran ci minaccerà e cercherà di nuocerci, ne pagherà il prezzo» ha puntualizzato Danon.
In questo contesto così esplosivo, che fa temere un’escalation in Medio Oriente, a Doha si tengono nuovi negoziati tra israeliani, americani e qatarioti per discutere la possibilità di una tregua a Gaza associata al rilascio degli ostaggi.