Natalità, Lollobrigida: “Dove c’è più welfare ci sono più nascite. Sostenere la natalità per noi è al primo posto”

Culle vuote, desertificazione demografica alle porte. Un fenomeno in crescita costante, tra le priorità del governo Meloni, che necessità di una risposta forte, trasversale agli schieramenti. Sulla necessità di soluzioni non ideologiche, di sostegno reale alle famiglie e di una rivoluzione culturale si sono concentrati i principali interventi pomeridiani degli Stati Generali della Natalità, giunti alla terza edizione, in corso a Roma, all’Auditorium della Conciliazione. Domani è prevista la partecipazione del premier Giorgia Meloni, che interverrà alle 9.

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, accende i riflettori sul welfare e ribadisce l’impegno di Fratelli d’Italia anche dai banchi dell’opposizione. “Dove c’è più welfare è automatica una crescita delle nascite. Oggi la provincia di Bolzano ha più nascite, lì si interviene in sostegno della genitorialità in maniera precisa”. Poi torna a chiarire le sue dichiarazioni passate sulla crisi demografica, criticate e strumentalizzate dall’opposizione. “Ho usato termini che non sono piaciuti. Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. Credo che esista un’identità italiana che in questo convegno si tende a tutelare”. E ancora: “Stalin l’ha fatta la sostituzione etnica in Unione sovietica, il fascismo ha provato a fare sostituzione etnica in Alto Adige, ma per fortuna non ci è riuscito. Quello di cui noi parliamo è cercare di garantire una prosecuzione della nostra identità culturale della quale io sono orgoglioso. Credo sia utile aiutare le nazioni da cui le popolazioni sono costrette ad emigrare e che l’Europa e l’Occidente devono ripagare del tanto sfruttamento”. L’obiettivo è soprattutto  liberare uomini e donne dalla paura di non avere futuro e dalla possibilità solida di non avere figli. Su questo, sottolinea Lollobrigida, “ci siamo confrontati con tutte le forze politiche. Le risorse non bastano per tutto, ma per Fdi questa della natalità è una priorità assoluta, ci sarà la prova dei fatti con il consenso dei cittadini”.

“Sono convinto che si possa fare squadra, difendere la famiglia è un fatto importante, anche dal punto di vista economico la denatalità è un danno all’intero paese, pensiamo all’Inps, senza giovani lavoratori”. Così il ministro Antonio Tajani, intervenendo all’evento promosso dal Forum delle Famiglie e Fondazione per la Natalità di Gigi De Palo. “Serve una strategia più ampia. Il governo ha già fatto scelte importanti come ridurre la pressione fiscale a chi ha più di due figli. L’utero in affitto non è modo per incrementare la natalità”.

Matteo Salvini guarda preoccupato ai numeri. “Se fra 50 anni saremo 11 milioni in meno non è un successo per nessuno. Dobbiamo aiutare tutti a potersi permettere di avere figli. Nel decreto lavoro – sottolinea il ministro leghista – i premi per chi ha figli abbiamo previsto che siano detassati. Abbiamo fatto una scelta politica, come è una scelta quella fatta in Ungheria di detassare le donne che hanno quattro figli. L’emergenza culle vuote è nazionale, senza colore politico, prevedere una detrazione per ogni figlio, pensavamo a 10mila euro, è una cosa che può mettere d’accordo tutto”.

“È assolutamente innegabile che la vera riforma previdenziale è quella che promuove la natalità. Senza questo tipo di approccio chiaramente il sistema non regge”, dice il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel suo videomessaggio agli Stati Generali della Natalità. “Non si tratta di fare una politica di incentivo ma togliere i disincentivi alla natalità. I metodi possono essere molteplici. Si è fatto moltissimo sull’assegno unico, io ritengo che l’importante sia discutere e approfondire ma soprattutto metterlo tra le priorità dell’agenda politica”.

Presenti anche Elena Bonetti del terzo polo che dall’opposizione propone un patto trasversale sulla natalità. Non così il leader grillino Giuseppe Conte. Che non ha resistito alla polemica politica, perfino davanti a un tema epocale che non ha colore politico. “La precarietà non fa figli e neanche chi ha buste paghe da fame. Il primo maggio è stato approvato il decreto precarietà, con quello non si va da nessuna parte”.

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