Napoli, professore preso a calci e pugni fuori scuola: posti a fermo due 20enni. Ancora ignoto il movente

Spintonato e aggredito a calci e pugni all’uscita della scuola Sianidi Villaricca (in provincia di Napoli), dove aveva appena terminato lezioni. Il professore, 51enne, si stava allontanando dall’istituto, quando due giovani gli si sono accostati e hanno cominciato a pestarlo. Poco dopo, appena si è riavuto, e ancora confuso e dolorante, la vittima del brutale agguato – avvenuto due giorni fa (l’11 novembre, verso le 13 ndr) – si è recato all’ospedale San Giuliano. Dove i medici, che lo hanno soccorso e visitato, lo hanno poi dimesso con una prognosi di 20 giorni.

Successivamente, il professore aggredito è stato anche ascoltato dai Carabinieri. I militari, raccolta la denuncia dell’uomo, hanno immediatamente hanno fatto partire l’indagine, mettendosi alla ricerca degli aggressori. Che, proprio nelle scorse ore, sono stati identificati e denunciati. Si tratta di un 19enne, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati contro il patrimonio. E di un 20enne: quest’ultimo fratello di uno studente della scuola in cui insegna il docente assalito. Buio, invece, sul movente di tanta violenza cieca e gratuita. Al momento, infatti, sarebbero ancora in corso gli accertamenti sul motivo dell’aggressione, che ha costretto il professore a ricorrere alle cure in ospedale. Dal quale – come anticipato in apertura – è stato dimesso già nella giornata di giovedì. I due giovani fermati, nel frattempo, sono stati denunciati in stato di libertà per lesioni.

Così, mentre le forze dell’ordine continuano ad indagare sul caso. E colleghi e amici manifestano la propria solidarietà al professore aggredito, ci si interroga sul perché di tanta furia. Su cosa ci sia dietro. E su come intervenire riguardo un fenomeno controverso, come quello della violenza giovanile perpetrata dentro e fuori la scuola. Contro i propri coetanei o a danno dei docenti. Un trend in costante aumento tra gli adolescenti, protagonisti di una pericolosa deriva violenta, fatta di risse e pestaggi. E che, ahinoi, in qualche caso trova persino sponda all’interno della famiglia.

Ad esempio nel comportamento di quei genitori che, in difesa del proprio figlio, arrivano ad aggredire – chi solo verbalmente, chi anche fisicamente – un professore. Mortificando e delegittimando il docente, ritenuto – a torto o a ragione – responsabile magari di aver messo un brutto voto. O di aver rimproverato con troppa veemenza un ragazzo. Finendo così col prendere a picconate quel briciolo di rispetto dell’autorevolezza: una dimensione educativa che le ultime generazioni sembrano conoscere e nutrire sempre meno…

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