“Munnezza” blitz dei 5Stelle al Consiglio dei Ministri per fermare l’inceneritore di Gualtieri: “È roba vecchia”

L’inceneritore made in Gualtieri non fa dormire i 5Stelle. Che di soppiatto in Consiglio dei ministri riescono a far passare un emendamento per bloccare il progetto del sindaco dem. Che ha già spaccato la maggioranza e rischia  di diventare il prossimo pomo della discordia nel centrosinistra. C’è la ‘manina’ della pasionaria Roberta Lombardi dietro l’emendamento grillino al dl aiuti per fermare l’ipotesi del termovalorizzatore alle porte di Roma.  Il voto dei ministri 5 Stelle al provvedimento per aiutare famiglie e imprese contro i rincari  è un primo passo.

La militante grillina, oggi assessore alla transizione ecologica nella giunta Zingaretti in Regione Lazio, punta a fermare a tutti i costi il progetto. Che l’ex sindaca Raggi, di provata fede 5Stelle, aveva avviato individuando l’area. “ Non guarda al futuro ma al passato”. Il movimento fa opposizione a una finta transizione ecologica”, spiega.  La pagina va voltata “ora, perché ci sono le risorse per farlo. Per aggredire il problema rifiuti”. I soldi, ricorda, “sono non solo nel Pnrr ma anche nella prossima programmazione europea, nonché nel bilancio Ama. Dove sono stati accantonati 340 milioni di euro che possono essere spesi in impiantistica”.

Insomma, per la Lombardi il momento per trovare strade di smaltimento  alternative all’inceneritore è ora. Così i ministri 5Stele hanno messo nero su bianco un emendamento che passa la ‘palla’ dei rifiuti nella Capitale al Piano regionale della Regione Lazio. Un piano in cui di termovalorizzatori non c’è traccia. “Noi come Regione abbiamo un piano vigente sui rifiuti. Non siamo inadempienti. E il commissariamento si predispone o in emergenza (Roma lo è dal 2013, da quando hanno chiuso la mega discarica di Malagrotta) o quando sei inadempiente. Noi non lo siamo”. Con questo mini-blitz i grillini sperano di fermare l’incubo dell’inceneritore a Santa Palomba. Che li ha visti sfidare mezzo governo e perfino Draghi. “Il governo dove anche noi siamo ha una sensibilità politica composita”, spiega la Lombardi minimizzando gli scontri. “Dove ciascun gruppo porta avanti le proprie istanze. Ma anche Draghi ci mette del suo: non mi pare un mero esecutore. Ora spostiamo in Parlamento la discussione”.

Che cosa accadrà ora è presto per dirlo. In aula il governo potrebbe optare per l’ennesimo voto di fiducia sul testo del dl aiuti che tenga dentro l’emendamento vota in Consiglio dei ministri. “Da nessuna parte c’è scritto che a Roma si farà un inceneritore. Al sindaco, in occasione del Giubileo, viene riconosciuto il ruolo di commissario ai rifiuti. Potrà adottare qualsiasi iniziativa. Ma la responsabilità di aver eventualmente adottato tecnologie non sostenibili e obsolete andrebbero in capo a lui, al primo cittadino di Roma”. Gualtieri è avvisato. Il Pd non resterà a guardare. La scadenza per la presentazione degli emendamenti al dl è domani. Il testo grillino – dicono i  parlamentari del Pd – è già stato presentato ma rischia di non avere seguito. Nei contatti tra i parlamentari dem delle commissione competenti la linea concordata è stata quella di respingere tutti gli emendamenti soppressivi.

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