Multe fino a 15mila euro: ecco cosa rischia chi usa il “pezzotto”

Non si ferma la guerra contro “il pezzotto” e adesso arriva anche in Parlamento. Finalmente è arrivato il primo via libera al provvedimento per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita online di contenuti tutelati dal diritto d’autore. Con sanzioni che prevedono fino a 3 anni di reclusione e 15 mila euro di multa. Alla Camera dei deputati è passato con 252 voti favorevoli e nessuno contrario.

Una nuova legge dunque per contrastare la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore, quindi le dirette delle partite di calcio ma anche i film appena usciti al cinema o gli show in diretta della tv privata come X Factor. Una battaglia importante e su cui da tempo fanno pressione i diversi operatori dell’audiovisivo, a partire da DAZN e Sky, detentori dei diritti per la trasmissione delle partite della Serie A e delle Coppe Europee. Sulla base di un’inchiesta condotta nelle scorse settimane da La Repubblica, sarebbero ben 5 milioni gli italiani che usano il famoso “pezzotto”, un sistema illegale che, dietro il pagamento di un abbonamento pirata, permette la visione di tutti i contenuti pay dalle partite di calcio fino a Netflix. Risorse ovviamente sottratte al circuito legale degli abbonamenti.

Il provvedimento, ancora da sottoporre all’esame del Senato, prevede la crescita dei poteri per l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che potrà ordinare ai fornitori di connessione Internet in tempi molto rapidi, anche entro mezz’ora, di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi in maniera illecita adottando provvedimenti cautelari in via d’urgenza.

Tecnicamente ciò avviene attraverso il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e il blocco all’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP univocamente destinati ad attività illecite. Insomma, chi cerca di seguire una partita di calcio o un film su un sito pirata vedrà il programma oscurato e un avviso sullo schermo dell’eventuale segnalazione alle autorità.

“Nell’ipotesi di contenuti trasmessi in diretta, il provvedimento è adottato, notificato ed eseguito prima dell’inizio o, al più tardi, nel corso della diretta stessa”, si legge nel testo. L’Agcom provvederà a trasmettere alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma l’elenco dei provvedimenti di disabilitazione adottati.

Dopo l’approvazione della Camera, la legge dovrebbe procedere in modo spedito e senza modifiche anche al Senato in modo da far entrare in vigore la legge presentata lo scorso novembre da Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, il prima possibile. La sostanziale differenza rispetto alla legge attuale è che, sulla base delle nuove norme, l’Agcom potrà intervenire e ordinare alle società di telecomunicazione di oscurare i siti illegittimi, senza ascoltare le ragioni dei pirati, decadrà quindi l’obbligo di contraddittorio.

Questo passaggio, infatti, impediva di fermare la trasmissione delle partite perché spesso l’autorizzazione all’oscuramente arrivava soltanto dopo che l’evento era finito. L’attenzione della nascente piattaforma anti-pirateria si concentrerà sul Dsn (Domain Name System), andando al colpire un processo decisivo per il funzionamento del web perché è quello che permette di vedere i vari contenuti pubblicati da un indirizzo sui diversi dispositivi.

Secondo il provvedimento votato alla Camera, “chiunque abusivamente esegue la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita, sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da euro 2.582 a euro 15.493″. Sarà davvero la fine del “pezzotto” o i pirati troveranno un altro sistema?

Pubblicato da edizioni24

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