Mosca avvisa l’Ucraina: silenzio assoluto sulle trattative. Ma il negoziatore ucraino è lapidario: pace solo col ritiro totale, mai più la presenza militare russa, è nociva

Negoziati Ucraina-Russia, nonostante l’impegno del capo negoziatore russo. Del suo omologo ucraino. Malgrado la mediazione del Sultano di Ankara e l’attenzione internazionale, Mosca conferma: «Non c’è stato alcun punto di svolta» dopo il quarto round di colloqui che si è svolto ieri a Istanbul. Ad affermarlo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov,sottolineando che Mosca «non ha visto nulla di promettente». E che «c’è ancora un grande lavoro da fare». Peskov ha comunque giudicato «positivo» il fatto che l’Ucraina abbia messo per iscritto le sue richieste per porre fine al conflitto.

Poi però, alzando il tono, ha anche polemicamente sentenziato: «Se avete notato, evitiamo accuratamente qualsiasi dichiarazione su quelle questioni che sono sostanzialmente sul tavolo delle trattative. Concludendo lapidariamente: «Non le discutiamo pubblicamente. Riteniamo che le trattative debbano andare avanti in silenzio», ha sottolineato Peskov. Criticando le dichiarazioni su media e social media di alcuni rappresentanti dell’Ucraina. «Compresi coloro che non hanno nulla a che vedere con i negoziati. Questo – ha affermato – non è un fattore che contribuisce al successo dei negoziati».

Peccato che, subito dopo il monito minaccioso di Peskov, a smentirlo sia intervenuto proprio il capo della delegazione russa ai colloqui con Kiev e consigliere del CremlinoVladimir Medinsky. Il quale, nel corso di un’intervista all’emittente Rossiya 24, ha dichiarato: «I principi del nostro Paese riguardo alla Crimea e al Donbass rimangono invariatiLe trattative continuano». Poi, in vena di commenti – con buona pace dell’avvertimento di Peskov – Medinsky ha anche sottolineato: «L’Ucraina ha dichiarato di essere pronta a soddisfare quei requisiti fondamentali su cui la Russia ha insistito negli ultimi anni. Se questi obblighi saranno rispettati, sarà eliminata la minaccia di creare una testa di ponte della Nato sul territorio ucraino».

Non solo. Non ancora pago, il negoziatore russo ha proseguito nella sua disamina sostenendo che l’Ucraina ha presentato «i principi di un possibile accordo futuro» durante i colloqui. Che prevedono lo stop all’ingresso nella Nato. Lo status di neutralità dell’Ucraina. «La rinuncia alle armi nucleari. Nonché il possesso, l’acquisizione e lo sviluppo di altri tipi di armi di distruzione di massa». E ancora: «La rinuncia ad ospitare basi e contingenti militari stranieri. E l’obbligo di condurre esercitazioni militari con la partecipazione di forze armate straniere solo in accordo con gli Stati garanti, compresa la Russia».

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