Morto il boss Raffaele Cutolo. ‘O professore, capo della Nco

Fondatore e capo della nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo è morto a 79 anni. Era ricoverato all’ospedale di Parma da diversi mesi, prima nel reparto detenuti e poi in reparto ordinario.  «Abbiamo saputo del peggioramento delle sue condizioni lunedì». Così all’Adnkronos l’avvocato Gaetano Aufiero, il suo legale. «Ci è stato detto che si era ripresentato un problema di ossigenazione». Questo, «per una polmonite bilaterale che aveva già avuto 15 giorni fa e per un paio di giorni era stato in prognosi riservata».

«Da due giorni», ha aggiunto, «soffriva di una setticemia del cavo orale. Era in choc settico. Era già fortemente debilitato. Non credo pesasse più di 40 kg. I sanitari ci avevano detto che non c’erano grandi speranze di recuperarlo. Lo hanno curato nel migliore dei modi. Per quanto ci risulta, con la massima umanità». Alla notizia del peggioramento delle condizioni di Cutolo, la moglie aveva deciso di partire per Parma. «Le era stata riconosciuta la possibilità di avere un colloquio straordinario», ha spiegato l’avvocato. «Ma purtroppo non ha fatto in tempo»

Raffaele Cutolo aveva la licenza elementare.  Fu soprannominato ‘O Professore dai suoi compagni di carcere, perché l’unico tra di loro capace di leggere e scrivere. Era nato il 20 novembre del 1941 a Ottaviano (Napoli). E lì, a 22 anni, commise il suo primo omicidio, uccidendo in una rissa un ragazzo colpevole di aver fatto apprezzamenti nei confronti della sorella. Un reato per cui verrà condannato all’ergastolo, pena ridotta in appello a 24 anni di reclusione.

Cominciò a scontare la pena presso il carcere di Poggioreale. Poi fu scarcerato per decorrenza dei termini. Ma quando la Cassazione confermò la condanna, si diede alla latitanza fino al 25 marzo 1971. Infatti venne nuovamente arrestato e condotto nel carcere di Poggioreale. La “Nuova Camorra Organizzata” (Nco) sembrerebbe sia nata durante la detenzione a Poggioreale. Un’organizzazione piramidale e paramilitare, al cui vertice c’era solo Raffaele Cutolo detto “Vangelo”, con una base di giovani reclutati nel sottoproletariato.

Raffaele Cutolo rimase a Poggioreale sino al maggio del 1977. La Corte d’Appello riconobbe al boss l’infermità mentale, disponendone il ricovero in un istituto psichiatrico. Dal monastero di Sant’Eframo Nuovo a Napoli venne trasferito nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Da lì riuscì ad evadere il 5 febbraio del 1978 grazie a una carica di nitroglicerina piazzata all’esterno dell’edificio che squarciò le mura. Nel corso della latitanza avviò rapporti con la malavita pugliese e con la ‘ndrangheta.

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