Morti sul lavoro, il numero sale a dismisura: operaio perde la vita a Pomezia

Dopo il tragico incidente in cui a Udine ha perso la vita il 18enneLorenzo Parelli, schiacciato da una putrella nel suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro, oggi giunge la notizia di un’altra morte bianca che si è verificata ieri. La vittima è un operaio di 65 anni, che stava lavorando in un capannone industriale a Pomezia, vicino Roma. Da una prima ricostruzione, era in corso l’allestimento di una cella frigorifera e l’uomo si trovava sul tetto quando, per cause in corso di accertamento, è caduto, morendo sul colpo dopo un volo di cinque metri. Dunque, nella sola giornata di ieri si sono registrate due morti sul lavoro.

Il tema, ieri, è stato anche uno degli argomenti centrali dell’apertura dell’anno giudiziario. Affrontato tanto dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, quanto dal primo presidente della Suprema corte, Pietro Curzio. «Gli infortuni sul lavoro sono una priorità, da affrontarsi con approccio complessivo. Essi sono a volte legati a condizioni di lavoro indegne di un Paese civile, causate dall’insufficienza di politiche del lavoro consapevoli della realtà produttiva del Paese, così che lavoratori e datori di lavoro sono spinti verso l’illegalità», ha detto Salvi, mentre Curzio ha parlato di un «numero degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali» che «rimane inaccettabile» ed è «particolarmente grave nei settori maggiormente caratterizzati da attività precarie ed usuranti».

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