Monza, variante Omicron 4: l’ultima mutazione del Sars-Cov-2. È il primo caso in Italia

È stata isolata e genotipizzata presso il laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza la variante BA.4 di Sars-Cov-2: nuova sottovariante di Omicron al vaglio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). La nuova variante è stata identificata poche ore fa e fino ad oggi non era ancora stata sequenziata in Italia. Lo riferisce lo stesso ospedale, sottolineando che il laboratorio, diretto da Annalisa Cavallero, che porta quotidianamente avanti il lavoro di genotipizzazione del virus, è inserito nella rete lombarda e italiana dei laboratori che si occupano di identificazione e isolamento delle varianti.

«Trovare con rapidità varianti è fondamentale per improntare al meglio le cure – sottolinea il Direttore generale della Asst Monza, Silvano Casazza –. In questa particolare circostanza sono orgoglioso del lavoro svolto dal nostro laboratorio, tra i primi in Italia per qualità». E ancora. «Mi complimento con il laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza – commenta la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti – una vera eccellenza della ricerca. Che conferma la vigilanza attenta e massima che Regione Lombardia mantiene sul Covid-19».

Nuove “sorelle” della variante Omicron finiscono sotto la lente dell’Organizzazione mondiale della sanità. «Un piccolo numero di sequenze BA.4 e BA.5 è stato rilevato in alcuni Paesi», spiega l’Oms in uno degli ultimi bollettini settimanale sull’andamento di Covid-19 nel mondo. Entrambe, sia Omicron 4 sia Omicron 5, «hanno ulteriori mutazioni (S:L452R e S:F486V) nella regione di Spike» di Sars-CoV-2: quella che il virus utilizza per agganciare le cellule bersaglio. Nonché «mutazioni uniche al di fuori di Spike». E «le mutazioni S:L452R e S:F486V – si legge nel report – sono associate a potenziali caratteristiche di fuga immunitaria».

Inoltre, evidenzia l’Oms, «la maggioranza delle sequenze BA.4 e BA.5 presentano la cosiddetta “delezione 69-70”, che è in gran parte non presente nelle sequenze BA.2». Pertanto, aggiungono gli esperti, «può rivelarsi utile ai fini della sorveglianza in un contesto in cui BA.2 è dominante». Omicron 2, infatti, rappresenta ormai «il 99,2% delle sequenze caricate sulla piattaforma Gisaid negli ultimi 30 giorni». L’agenzia ginevrina, dunque, «sta lavorando con gli scienziati per valutare ulteriormente le caratteristiche» di queste sottovarianti Così come le loro implicazioni sulla salute pubblica». L’Oms, quindi, raccomanda nuovamente ai Paesi di «continuare la sorveglianza». Con una «rapida condivisione dei dati sui database pubblici disponibili».

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