Mondo sotto choc per l’omicidio di Shinzo Abe, il premier visionario che cambiò il Giappone

Prima lo sgomento, poi il cordoglio. La notizia dell’attentato e della successiva morte di Shinzo Abe, l’ex premier giapponese, il più longevo alla guida del Paese, ha scosso il mondo intero. Da ogni parte sono giunti commenti di profondo dispiacere e vicinanza al popolo del Sol Levante. Dal premier indiano, Narendra Modi,al Cremlino, dal segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, da Boris Johnson alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha parlato di un assassinio «vigliacco e brutale».  «L’Italia è sconvolta per il terribile attentato, che colpisce il Giappone, il suo libero dibattito democratico», sono state le parole di Mario Draghi.

«Abe è stato un grande protagonista della vita politica giapponese e internazionale degli ultimi decenni, grazie al suo spirito innovatore, alla sua visione riformatrice. L’Italia si stringe ai suoi cari, al governo e all’intero popolo giapponese», ha commentato il premier in una nota, e vicinanza «alle istituzioni e al popolo giapponese» ha fatto giungere da Bari anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Silvio Berlusconi lo ha ricordato come un «amico» e si è detto «sconvolto». «Abe – ha aggiunto – ha guidato con sicurezza e visione il Giappone in un momento difficile. Grazie a lui i rapporti tra i nostri Paesi sono assolutamente migliorati. Sono vicino a lui e alla sua famiglia». E un pensiero giunto da tutte le forze politiche. Di «tristezza e sgomento» ha parlato Giorgia Meloni, sottolineando che «la famiglia dei conservatori europei è vicina al popolo giapponese in questo drammatico momento».

Shinzo Abe, che aveva 68 anni, è stato il premier giapponese più longevo. Prima fra il 2006 e il 2007, poi dal 2012 al 2020, quando si è ritirato per ragioni di salute, per la stessa pancreatite che lo aveva costretto a dimettersi 13 anni prima. Su solide posizioni nazionaliste in politica estera e di difesa, Abe, di cui l’attuale premier Fumio Kishida è il delfino, era chiamato il “principe”, figlio dell’ex ministro degli Esteri, Shintaro Abe, e nipote dell’ex premier, Nobushe Kishi.

Leader del Partito liberal democratico ha dato il suo nome alle sue politiche economiche, tanto era stato il loro successo iniziale: la Abenomics che ha lanciato nel 2013 per risollevare il Paese dalla crisi economica. L’allora premier aveva deprezzato lo yen per promuovere l’export, tenuto i tassi di interesse sotto lo zero per scoraggiare il risparmio, aumentato la spesa pubblica e lanciato una serie di riforme strutturali. Era stato sostituito da Yoshihide Suga e poi da Fumio Kishida. Shinzo Abe era stato eletto in Parlamento per la prima volta nel 1993 ed era entrato al governo nel 2005, Premier Junichiro Koizumi, come Segretario di gabinetto. Nel 2006 divenne il premier più giovane dalla fine della guerra e impostò una politica estera rigorosa nei confronto di Cina e Corea del Sud. Nel 2020, l’entrata in recessione del Giappone e la crisi del Covid portarono a un declino della sua popolarità e, il 28 agosto, alle dimissioni.

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