Mondiali, Usa-Iran ai ferri corti: gli iraniani minacciati di torture dagli Ayatollah in caso di sconfitta

“Comportatevi bene” o i vostri famigliari saranno arrestati e torturati. Questa la minaccia arrivata ai calciatori della nazionale iraniana in vista della partita di oggi Usa-Iran, ai Mondiali in Qatar, secondo quanto rivelato da una fonte coinvolta nella sicurezza dei giochi citata dalla Cnn. Dopo il rifiuto di cantare l’inno allo stadio in solidarietà con i manifestanti nella prima partita del mondiale, la nazionale è stata ‘convocata’ a un incontro con alcuni membri dei Guardiani della rivoluzione, che, ha raccontato la fonte, hanno minacciato “violenze e torture” contro i famigliari dei giocatori se avessero compiuto di nuovo questo o altri gesti di protesta. E in effetti, in occasione della seconda partita, quella con il Galles, i calciatori hanno cantato l’inno, seppure a labbra strette, quasi sussurrando.

L’ultimo incontro sul campo di calcio Usa-Iran, tra la Repubblica islamica dell’Iran e il ‘Grande Satana’, come il regime khomeinista chiama gli Stati Uniti, risale a Francia ’98, quando le sue squadre si sfidarono a Lione. La nazionale iraniana e la nazionale statunitense – che tornano a incrociarsi oggi a Doha – in quell’occasione posarono per una foto di gruppo insieme – all’epoca presidente della Repubblica islamica era il riformista Mohammed Khatami, su cui l’Occidente riponeva grandi speranze, alla Casa Bianca sedeva Bill Clinton – prima dell’inizio della partita, che l’Iran vinse 2-1. Un clima incandescente anticipa la sfida di questa sera alle 20, ora italiana. La fonte della Cnn ha rivelato ancora chedecine di ufficiali dei Pasdaran si trovano in Qatar per monitorare i giocatori iraniani, ai quali non è permesso mescolarsi al di fuori della squadra o incontrare stranieri. “Ci sono molti agenti di sicurezza iraniani che raccolgono informazioni e monitorano i giocatori”, ha detto la fonte, secondo cui i Guardiani della rivoluzione hanno avuto un incontro separato con Carlos Queiroz, l’allenatore portoghese della nazionale. Non è chiaro quale sia stato il contenuto del colloquio, ma Queiroz nei giorni scorsi ha spiegato che i giocatori possono protestare, ma solo nel rispetto dei regolamenti della Fifa.

La fonte ha rivelato ancora che ai calciatori erano stati promessi “regali e automobili” prima della partita con l’Inghilterra, persa per 6-2, ma il regime sarebbe passato a minacciare i giocatori e le loro famiglie dopo l’umiliazione del rifiuto della squadra di cantare l’inno nazionale. E dopo la pesantissima sconfitta. Non solo: “ Nell’ultima partita contro il Galles, il regime ha inviato centinaia di questi sostenitori-attori per creare un falso senso di sostegno e favore tra i tifosi. Per la prossima partita contro gli Stati Uniti – ha detto la fonte – il regime sta pianificando di aumentare significativamente il numero di attori fino a migliaia”.

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