Mix di farmaci a sua insaputa: si apre uno spiraglio, ecco chi potrebbe aver intossicato e ucciso la modella

Il buio che Sara Pegoraro aveva dentro adesso risulta più comprensibile. Nell’ultimo periodo la modella aveva toccato il fondo e per questo motivo aveva mandato alla migliore amica un messaggio con scritto: “Aiutami per favore, voglio uscirne”. Ma amici e familiari non hanno potuto fermare il tragico destino che incombeva sulla 26enne che è morta dopo un malore, si pensa a seguito di un mix di alcune sostanze.

Sui social appariva bella, forte e seducente. Nulla che facesse trasparire l’angoscia e il dolore che portava dentro. Per questo motivo chi la conosce non crede ancora che Sara sia morta in una maniera così tragica.

I fatti risalgono allo scorso venerdì 24 giugno, a Villorba, una piccola cittadina del Trevigiano. Sara si trovava all’esterno del supermercato “Aldi”, comincia a barcollare, i passanti la notano. Poi si accascia a terra. Arrivano i soccorsi, le fanno delle analisi e torna a casa. Il pomeriggio, al suo rientro, la madre la trova priva di sensi sul pavimenti e spaventata chiama l’ambulanza. Gli operatori non possono fare nulla per la giovane che constatarne il decesso.

Sara era appena uscita da alcuni eventi che l’avevano destabilizzata psicologicamente. Prima il grave incidente in auto, poi un altro ricovero per un’operazione allo scafoide. Su Instagram, l’ultimo post del 21 maggio scorso, la mostra con un polso fasciato e la scritta:”Mi prendo un momento di pausa per prendermi cura di me stessa”. Giovedì aveva chiesto a un’amica di accompagnarla al Serd (Servizio per le dipendenze) per una ricetta:”Col senno di poi quella era forse una richiesta di aiuto che non sono riuscita a cogliere”, ha dichiarato la ragazza al Il Gazzettino. “Sara era come un bomba: esplosiva. Speravamo che potesse farcela. Forse non abbiamo insistito abbastanza per convincerla a entrare in una comunità. Non voleva perché era convinta che così avrebbe rinunciato alla sua libertà”.

​”Abbiamo aperto un fascicolo per morte come conseguenza di altro reato”, ha affermato il procuratore di Treviso. “L’ipotesi è quella dell’overdose o di un mix di sostanze. Cercheremo di ricostruire la rete dei contatti della giovane per arrivare allo spacciatore o a chi le ha dato le sostanze. Nel frattempo stiamo facendo accertamenti sulle cause della morte come gli esami del sangue. Pensiamo di disporre l’autopsia in settimana”. Le indagini per risalire all’ipotetico pusher sono affidate ai Carabinieri della Compagnia di Treviso.

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