Una casalinga 42enne della provincia di Milano, un operaio 56enne vicentino e un impiegato cinquantenne di Udine sono le persone perquisite dalla Polizia Postale insieme alla Digos per le minacce via social rivolte al ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
I tre, individuati in seguito all’indagine coordinata dalla Procura di Roma, e denunciati per minaccia a un Corpo politico non sono legati a nessun particolare ambiente politico. Nel corso delle perquisizioni gli investigatori hanno trovato elementi di riscontro sull’identificazioni dei profili, e sequestrato pc e telefoni che saranno ora oggetto di analisi. Inoltre, anche un profilo telegram utilizzato da uno degli indagati è stato sottoposto a sequestro.
Le minacce erano partite in seguito alla pubblicazione su Twitter da parte del titolare della Farnesina di dichiarazioni in merito al conflitto in atto con messaggi di risposta come “Muori male, e magari per mano del popolo”, “Si dai, armateci e decideremo poi a chi vogliamo sparare”, “Non ci sono parole per descrivere, vai solo buttato nel rusco”. E ancora, all’interno di canali riservati Telegram e pagine social VK, la Polizia Postale aveva individuato ulteriori messaggi minatori tra i quali, ad esempio, quello pubblicato all’interno di un canale di propaganda filo russa: “Ma un cecchino…che ci ammazzi i 4 distruttori dell’Italia, non ce lo possiamo mandare?”.
Per capire la tipologia degli hater, l’uomo identificato a Udine ha 50 anni, è dipendente di un’azienda privata. La signora che ha augurato la morte a Di Maio, è invece una casalinga della provincia milanese. La donna non risulta legata a nessun ambiente politico, aveva difficoltà economiche e aveva scritto, rivolta a Di Maio: «Muori male… scusate lo sfogo ma sono al limite». Gli agenti le hanno sequestrato il telefono cellulare per gli accertamenti.