Migranti, Lampedusa scoppia e la Germania ci rifila l’ennesimo pacco

Un flusso inarrestabile.  C’è anche un neonato di cinque mesi tra i migranti approdati nelle ultime ore a Lampedusa, dove gli sbarchi si susseguono uno dietro l’altro. Con le motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza impegnate in una staffetta ininterrotta. Dopo gli undici eventi di lunedì che hanno condotto sulla più grande delle Pelagie 442 persone; dalla mezzanotte sono stati sette gli approdi a Lampedusa, per un totale di 250 persone sbarcate al molo Favaloro. In successione gli uomini delle Fiamme gialle e della Guardia costiera hanno intercettato un barcone con 85 persone, tra cui 4 donne; un barchino con 13 tunisini, tra cui una donna, è approdato autonomamente; seguito poco dopo da un altro con 12 uomini provenienti dal Marocco e dal Sudan. Siamo solo all’inizio di quanto sarebbe accaduto poco dopo: altri quattro sbarchi rispettivamente di 20 tunisini (tra cui una donna), 53 (tra cui 2 minori) e 54 (2 donne e un neonato) persone e 13 tunisini. In poco più di 24 ore sono, quindi, circa 700 i migranti sbarcati sull’isola delle Pelagie.

E’ solo un assaggio di quello che potreebbe accadere nelle preossime settimane. L’Europa parla bene ma razzola malissimo, al solito. La solita retorica, solidarietà sui migranti, ma i problemi sono sempre e solo nostri.  Il presidente del Parlamento di Strasburgo, David Sassoli, parla alla luna. «Dobbiamo superare il sistema di Dublino per una cooperazione autentica tra gli stati membri; basata su un meccanismo permanente di solidarietà, ripartizione e responsabilità». Parole pronunciate proprio mentre  a Lampedusa e pure in Sardegna, migranti sbarcavano a frotte. Distribuzione un baffo.

Il presidente del Bundestag, la Camera bassa del parlamento tedesco, Wolfgang Schaubleha risposto: «Non lasciamo da soli i Paesi che hanno frontiere esterne dell’Unione europea, non possiamo non trovare una soluzione univoca». Già, proprio lui parla, mentre la Germania vuole farci il solito bidone: rimandarci i i migranti approdati in Italia e rispuntati da loro.  L’unica a parlar chiaro alla Conferenza interparlamentare sulla gestione della migrazione  è stata la vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas. La Grecia subisce come noi la pressione migratoria . «La mancanza di un accordo solido per la migrazione e l’asilo – ha detto chisro e tondo- non fa altro che alimentare il modello di business dei trafficanti».

Ed è qui che il “cerchiobottismo” di Sassoli si è messo in luce, ricordando che «il nostro dovere è innanzitutto salvare le vite. Non è più accettabile lasciare questo compito solo alle Ong. Dobbiamo tornare a pensare ad un’azione comune dell’Ue nel Mediterraneo». Una tesi furbesca sulla linea Enrico Letta: “il segretario del Pd  punta a trasformare la poco utile missione Irini di controllo dell’embargo alle armi per la Libia in un’operazione di soccorso. Una specie di riedizione della missione Sophia e Mare nostrum, che aveva fatto sbarcare 100mila migranti in Italia”, leggiamo sul Giornale.

Intanto l’invasione prosegue tra le chiacchiere. Lampedusa era ancora sotto pressione con 700 persone nel centro di accoglienza che può ospitarne al massimo 250. Gli sbarchi sono continuati e in Sardegna sono sbarcate da sabato un centinaio di persone partite dall’Algeria. Insomma, il segnale sembra essere che in Italia ogni approdo è buono. A dimostrazione che tutte le rotte italiane sono “buone”. E altri 127 migranti sono arrivati a Crotone in barca a vela. La situazione è sconceretante; “Alarm phone, centralino dei migranti – descrive la situazione il Giornale-  ha segnalato diversi natanti carichi di migranti lanciando un disperato allarme per 200 alla deriva. La nave commerciale Vos Triton è intervenuta, ma i «poliziotti» delle Ong, grazie all’aereo di ricognizione Seabird hanno lanciato l’allarme per la consegna dei migranti alla Guardia costiera libica”.

«Duecento persone, soccorse dalla Vos Triton, rischiano di essere respinte illegalmente in Libia!»: ha cominciato a strillare  Mediterranea, la nave  fondata da Casarini e soci; accusati dalla procura di Ragusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. E come da manuale la nave Geo Barents di Msf si è avvicinata alla Sicilia chiedendo a gran voce un porto sicuro per gli oltre 400 migranti a bordo. «Malta ha respinto le nostre richieste» hanno ammesso i Medici senza frontiere. Come sempre l’Italia “si renderà disponibile” ad accogliere il carico umano spedito dai trafficanti. Già, Europa, se ci sei batti un colpo.

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