Migranti, Giorgia Meloni ha ragione. È allarme Tunisia. E la sinistra va in tilt

Solo a sinistra fanno finta di non vedere e di non sentire. L’arrivo massiccio di migranti dalla Tunisia è la vera emergenza. Arrivi in massa ampiamente previsti dal premier Meloni. Partecipando al Consiglio europeo di giovedì e venerdì, il presidente del Consiglio aveva lanciato l’allarme, invitando i presenti al summit ad accendere i riflettori sulla crisi economica nel paese nordafricanoMeloni aveva fatto appello al Fondo Monetario Internazionale (FMI) per l’erogazione il prima possibile del prestito già stanziato lo scorso anno. Aveva spiegato che, nel caso in cui la situazione fosse ulteriormente degenerata nello stato nordafricano, in partenza verso l’Europa ci sarebbero stati 900.000 migranti. Una situazione destabilizzante. L’Italia non sarebbe in grado di ospitarli tutti. Lampedusa dista a soli 130 km dalle coste più settentrionali tunisine. Bisogna agire in fretta, ha allertato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Non possiamo abbandonare la Tunisia, perché se cade questo governo rischiamo di avere i Fratelli musulmani che sono fonte di grande instabilità. Non ci possiamo permettere l’islamizzazione del Mediterraneo. Ecco perché serve agire subito».

L’hotspot di Lampedusa è pieno, nelle ultime ore ci sono stati 3mila arrivi, tutti dalla Tunisia. «I fatti stanno dando ragione al presidente Giorgia Meloni», incalza il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan. «Bisogna evitarne il fallimento e attuare un “Piano Mattei” per l’Africa, al fine di evitare che queste partenze diventino incontrollate, dando luogo alle tragedie a cui abbiamo recentemente assistito». Il governatore siciliano Renato Schifani fa notare che «nella logica delle previsioni c’era, purtroppo, questo dato ipotetico dell’assalto dei migranti provenienti dalla Tunisia. Il governo regionale due settimane ha fatto la sua parte. Sono andato a Lampedusa e mi sono reso protagonista della consegna di beni di prima necessità». Dunque, il tema è urgente e il governo lo ha previsto per tempo.  «Detto questo, ritengo che il problema vada risolto su due fronti – ragione il governatore-  quello europeo, che si faccia carico del tema dell’accoglienza;  dall’altro lato credo che serva una politica di sostegno e aiuto nei confronti della Tunisia per evitare che queste persone vengano abbandonate a se stesse». Una linea che il governo Meloni propugna non da oggi.

Per questo fanno ridere una volta di più le opposizioni e i quotidiani fiancheggiatori che si affannano a veicolare l’idea di un governo inefficiente e di un premier tornato da Bruxelles a mani vuote. La segretaria Schlein  tenta di nascondere i problemi interni con affermazioni senza né capo e né coda.  «Siamo in una contingenza economica che, per quanto il governo tenti di nascondere piazzando una bandierina ideologica al giorno, è estremamente grave. Il Pd vigilerà con attenzione». Cosa vorrà dire non si sa. Sui migranti l’intesa con la Francia, a margine dello scorso consiglio europeo, è stato il risultato più evidente del premier Meloni. La sinistra fa una fatica sovrumana ad ammetterlo. L’asse, che ha avuto luogo dopo mesi di freddezza, conviene a entrambi. Troppi i dossier in ballo: a partire dalla polveriera Tunisia e dalla stabilizzazione del Mediterraneo; ma anche il patto di stabilità, i biocarburanti e la sponda sul nucleare nella transizione energetica che serve alla Francia. Il governo italiano è presente su tutti i dossier determinanti per la vita del paese. E è interlocutore necessario in Europa. La “bomba” Tunisia su cui il governo italiano ha preallertato l’Ue trova ora tutti concordi. La sinistra tenta di operare con armi di distrazione di massa attaccandosi alle parole che travisano in maniera ideologica: ieri le Fosse Ardeatine, l’altro ieri le madri detenute, ieri il reato di tortura. Oggi il tweet di Alessia Ambrosi. Solo insulti e disinformazione.

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