Migranti, ennesimo sbarco nella notte a Lampedusa. Lamorgese e Ue fanno orecchie da mercante

Migranti a Lampedusa, anche quella appena trascorsa è stata una notte di sbarchi a profusione. Con 170 nuovi arrivi entro l’alba. L’Hotspot al collasso. E i nostri vicini (Malta), il Viminale e i partner Ue che continuano solo a fare spallucce… Ci risiamo, insomma. O meglio: siamo sempre allo stesso punto. Lampedusa è sotto attacco: costante e metodico. Anche quella appena trascorsa è stata una notte di sbarchi sull’isola, dove in poche ore sono giunti altri 170 migranti tra la notte e le prime luci dell’alba. E condotti nel sovraffollato Hotspot di contrada Imbriacola dove la situazione è oltre il limite possibile da tanto ormai… Nella struttura si trovano al momento 329 persone. La Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Ministero dell’Interno, lavora ai trasferimenti per svuotare il centro: un’impresa impossibile stante i continui approdi sull’isola che rinfocolano i numeri, alimentando Disagi. Polemiche. Rischi.

Gli sbarchi di migranti, specie a Lampedusa, non rallentano e non diminuiscono: costringendo l’isola, sotto sforzo da sempre, a stringere la cinghia e allentare i cordoni dell’accoglienza. E così, gli ultimi 170 arrivati si aggiungono ai 152 che, con sei diversi approdi, sono sbarcati ieri.Gli uomini della Guardia di finanza hanno intercettato la prima carretta del mare – l’ultima di una inesauribile serie – con 30 subsahariani a bordo, a una decina di miglia dall’isola. Tra loro anche 14 donne e 2 minori. Ma, come facilmente prevedibile, quello sarebbe stato solo il primo di una lunga lista di arrivi. Poco dopo, infatti, al Molo Favaloro la motovedetta Cp 286 della Guardia costiera ha fatto sbarcare tre gruppi di migranti. Soccorsi al largo della più grande delle Pelagie a bordo di tre diversi barchini lasciati alla deriva

Non solo. Quando ancora non era mezzanotte, gli uomini della Guardia Costiera hanno individuato altre 74 persone di varie nazionalità – ed è l’approdo numero cinque –  giunte a Lampedusa a bordo di un’imbarcazione di 9 metri lasciata alla deriva. Ennesimo sbarco sull’isola che, infatti, ha preceduto di poco il successivo. Quello avvenuto a distanza di poco più di un’ora e mezza, quando un piccolo gruppo di 13 tunisini è riuscito a eludere i controlli e ad approdare direttamente sulla terraferma. I militari della locale tenenza della Guardia di finanza li hanno bloccati a cala Ponente. L’ultima (per ora) carretta del mare intercettata dalla Guardia di finanza a circa 6 miglia dalle coste lampedusane ha condotto quindi sull’isola altri 14 tunisini. Per tutti, dopo un primo triage sanitario, gli addetti ai lavori hanno disposto il trasferimento nell’hotspot di contrada Imbriacola.

Ma non è finita. Alarm Phone, che è in contatto con i migranti, via Twitter ha lanciato l’sos e informato le autorità chiedendo un «salvataggio immediato. Un gommone con 75 persone a bordo è in pericolo al largo di Garabuli (Libia). Non lasciateli annegare», postano i volontari del soccorso in mare sul social di riferimento. Intanto ieri al Sea Watch 3 ha soccorso altre 120 persone. «Le motovedette libiche erano nei paraggi», sostiene l’Ong. Spiegando che durante il pattugliamento «Seabird ha documentato due respingimenti illegali operati dalla cosiddetta guardia costiera libica».

Una realtà allo stremo, che non cambia da un’isola all’altra. Anche in Sardegna, sebbene la pressione sia inferiore, i porti sono sollecitati all’approdo e all’accoglienza. Nel sud dell’isola, nella notte, si è registrato un nuovo sbarco di migranti In 9 sono stati intercettati, dopo le 7,30, da una pattuglia dei Carabinieri di Tratalias, nel Sud Sardegna, dopo essere sbarcati sulla spiaggia di Porto Pino. Sono 8 uomini e una donna, tutti adulti algerini. E in buone condizioni di salute. Qualche ora dopo, in località Le Dune, sempre nel Sulcis, sono stati fermati altri 11 migranti, tutti maschi. In poco più di 24 ore, conti fatti a approdi avvenuti, nel Sulcis sono sbarcate 81 persone.

Intanto gli hotspot scoppiano: occorre gestire presenze e smistamenti… Insomma, anche l’ultimo bollettino degli sbarchi conferma una realtà in corso da tempo. Con i nostri vicini (partner Ue) che fanno spallucce (Malta in testa a tutti). E quella secondo cui, ancora una volta, tocca all’Italia (e alle sue isole soprattutto) aprire i porti. Accogliere e farsi carico, praticamente in solitaria, di migranti in costante arrivo sulle nostre coste. E poi smistati in hotspot al collasso endemico da troppo. un obbligo che grava sulle nostre spalle. E sui nostri, soliti porti

Pubblicato da edizioni24

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