Migranti, Calderoli: “Le Ong sono un problema europeo: non soccorrono i migranti, fanno i taxi del mare”

«L’atteggiamento politico del Paese determina un maggiore o minore numero di partenze. Il messaggio che deve arrivare è questo: quando uno è irregolare, torna a casa»: lo dice Roberto Calderoli a La Stampa. Il ministro leghista degli Affari regionali ribadisce la linea del governo sulle navi delle Ong che fanno la spola nel Mediterraneo.

La gestione del caso delle navi ong che con 985 persone a bordo attendono da quasi due settimane l’indicazione di un porto sicuro «non dipende dal governo, ma da chi li carica», spiega Calderoli. “C’è l’obbligo di soccorrere in mare. Le ong non avrebbero dovuto aiutarli?”,chiede Federico Capurso de La Stampa. La risposta del ministro leghista è inequivocabile. «Dubito che si sia trattato di un soccorso in mare. Credo di più a un trasferimento di soggetti che avevano un appuntamento per essere portati con le navi delle ong. Per me le ong rappresentano un problema a livello europeo e nazionale che dovrà essere affrontato. Non possiamo assecondare soggetti che si prestano a una situazione di illegalità. Insomma, i taxi del mare anche no, grazie». Per poi evidenziaere la linea del governo. «Io vorrei che quelle persone non fossero mai partite. Ma la politica deve arrivare anche dall’altra parte del Mediterraneo, per far si che le partenze vengano ridimensionate».

Calderoli parla anche dell”iter della legge per le autonomie, che «partirà entro Natale. Il mio obiettivo è di chiudere la partita entro il 22 ottobre 2023, giorno del sesto compleanno dei referendum. Ci tengo molto». Secondo l’esponente del Carroccio, che sul tema si definisce un “caterpillar”,  «le risorse che potrebbero essere trasferite alle regioni, potenzialmente, ammontano a più di 300 miliardi di euro l’anno, quasi la metà dell’intera spesa pubblica. Lei si immagini quanto possono essere felici i ministeri che si vedono sottratti tutti questi soldi». Promette «massimo confronto con tutti», dagli enti locali alle parti politiche, ma poi, «se arriveranno dei no pregiudiziali, io andrò avanti comunque».

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