Mentana a valanga contro il segretario del pd, Letta: “Non accetto lezioni da chi la trasparenza non sa dove sia”

Enrico Mentana picchia duro contro Enrico Letta. Ma come? Dopo il lavorone con la sua “maratona” ad inseguire protagonisti, leader di partito, “quirinabili” e non, sentirsi dare del dilettante da Enrico Letta proprio no. Un messaggio di rettifica da parte dello staff del segretario Pd lo ha mandato su tutte le furie nel giorno della quarta votazione e del quarto nulla di fatto. Il direttore del Tg di La7 ha perso la pazienza dopo avere ricevuto un sms in cui i collaboratori del segretario dem hanno smentito un’informazione che l’inviata di punta di Mentana, Alessandra Sardoni, ha dato nella mattinata. Secondo cui Letta avrebbe bollato Pier Ferdinando Casini come di centrosinistra.

A fornire la notizia sarebbero state fonti interne e trasversali consultate da La7. Mentana è rigoroso. Lo staff del leader del Pd con un po’ di prosopopea ha pure invitato la redazione  ad “attenersi ai fatti”. E qui è venuto giù tutto. Mentana è esploso. Fatti? Quali? Ripete “ringhiando” contro Letta e i suoi:  “Attenetevi ai fatti? Quali sono i fatti? E chi li decide, lo staff di Enrico Letta? Noi abbiamo dato conto di tutte le dichiarazioni del segretario Pd”. Mentana, poi, ha approfittato dell’assist incauto  per criticare il contesto che ruota attorno a queste elezioni: “Dove sono i fatti? Non si sa niente, qui. Le riunioni sono segrete, non possiamo vedere in streaming cosa dice l’assemblea dei grandi elettori del Pd. Se loro fossero più trasparenti, noi potremmo andare dietro ai fatti, ma qui di fatti ne vedo pochi”.

Non possiamo che condividere lo sfogo del direttore, sia pure da un punto di vista di parte: di fatti il Pd ne ha fatti ben pochi. Letta è un disco rotto e sa rovesciare solo veti a tutte le proposte del centrodestra. Al quale non si può certo dire di non aver offerto contributi di riflessione durante queste elezioni per il Quirinale. A sinistra, Letta, oltre ai veti e alle minacce di crisi di governo per la candidatura della Casellati (“Qua salta tutto”) ha proposto solo conclavi e riunioni a porte chiuse. Di fatti il Pd ne ha fatti ben pochi. Ha fatto un gran “catenaccio” come si direbbe in gergo calcistico. Alzare poi il ditino contro chi cerca di decrittare delle sfingi non è di buon gusto.

Mentana ha poi completato il suo sfogo e lanciato una stoccata contro Letta e il suo staff: “Noi lavoriamo capillarmente. Non accettiamo lezioncine da parte di persone di cui non conosciamo la faccia, che la trasparenza non sanno nemmeno dove sia“. E alla fine ha lanciato un “avvertimento”: “Da parte di alcuni partecipanti alle riunioni sappiamo certe cose che potremmo veramente sfregiare il viso di tutti i leader politici. Però ci atteniamo, con rispetto dei fatti, dei telespettatori e dei protagonisti, a quello che sappiamo”. Poi, rivolto a Franco Bechis, con lui in studio per la maratona, ha trovato conforto e si è calmato.

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