Meloni sull’immigrazione clandestina: “Basta traffico di esseri umani. Non decideranno gli scafisti chi entra in Italia”

Si è concluso, al porto di Pozzallo, nel Ragusano, lo sbarco dei 147 migranti dalla nave della Guardia Costiera Aringhieri. Con i migranti, di nazionalità egiziana, siriana, sudanese, pakistana e bengalese approdati e «tutti in discrete condizioni di salute – fa sapere il sindaco Roberto Ammatuna – e diretti nell’hotspot», ci sono oltre 250 persone che si trovano in questo momento a bordo di due navi delle Ong. La Ocean Viking(bandiera norvegese) e la Humanity One (bandiera tedesca). Le quali si trovano in navigazione nel Mediterraneo, con a bordo complessivamente 276 migranti soccorsi in mare. Di cui, rispettivamente: 118 nella prima imbarcazione di Sos Mediterranee. E 158 nella seconda. Nelle prossime ore chiedere un porto di sbarco alle autorità italiane.

Un tema caldo che – stante intensità e continuità dei flussi migratori – si ripropone quotidianamente. E che oggi il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha affrontato nel suo applaudito intervento alla Camera. Partendo proprio dalla considerazione di base secondo cui: «Sicurezza e legalità riguardano anche una corretta gestione dei flussi migratori. Secondo un principio semplice: in Italia, come in qualsiasi altro Stato serio, non si entra illegalmente, ma solo attraverso i decreti flussi», ha sostenuto il premier nel suo discorso programmatico.

«In questi anni di terribile incapacità nel trovare le giuste soluzioni alle diverse crisi migratorie, troppi uomini e donne, e bambini, hanno trovato la morte in mare nel tentativo di arrivare in Italia. Troppe volte – ha aggiunto il presidente del Consiglio – abbiamo detto “mai più”, per poi doverlo ripetere ancora e ancora. Questo Governo vuole quindi perseguire una strada, poco percorsa fino ad oggi: fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo».

E ancora. «La nostra intenzione è sempre la stessa. Ma se non volete che si parli di blocco navale lo dirò così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell’Unione europea, che nella terza fase prevista – anche se mai attuata – prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi nord Africa». Concludendo sulla proposta: «Intendiamo proporlo in sede europea – ha sottolineato la Meloni – e attuarlo in accordo con le autorità del nord Africa, accompagnato dalla creazione sui territori africani di hotspot, gestiti da organizzazioni internazionali, dove poter vagliare le richieste di asilo e distinguere chi ha diritto ad essere accolto in Europa da chi quel diritto non ce l’ha. Perché non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Il nostro obiettivo è impedire che sull’immigrazione l’Italia continui a farsi fare la selezione in ingresso dagli scafisti».

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