Medici sul piede di guerra: vogliono lo scudo penale, temono conseguenze in caso di morti dopo il vaccino

Il tema del giorno non è solo la presunta pericolosità del vaccino AstraZeneca, ma anche lo scudo penale per tutelare i medici che i medici che effettuano i vaccini, in generale, dalla possibilità che siano esposti a conseguenze penali in caso di malesseri o morte dei pazienti. Un’ipotesi del resto confermata anche dalle indagini, aperte a carico dei sanitari, anche se solo come atto dovuto, a seguito della morte di pazienti in Sicilia dopo l’inoculazione del siero di AstraZeneca.

Sull’ipotesi di uno scudo penale, sancito per decreto legge, che tuteli il lavoro dei medici, anche quelli di base, chiamati a realizzare la campagna di vaccinazione, il viceministro alla Salute Sileri , anche gli addetti ai lavori si spaccano. “Un provvedimento necessario, da inserire in un più vasto contesto di tutela della professione sanitaria, da tempo aggredita da denunce e citazioni infondate, con l’unico risultato di determinare la cosiddetta ‘medicina difensiva’, che alla fine si rivela costosa per lo Stato e dannosa per gli stessi pazienti”, dice all’AdnKronos l’ex procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio, commentando l’ipotesi di uno “scudo penale” per i medici che somministrano i vaccini.

Una misura inutile, secondo l’ex pm Alfonso Sabella: “Penso che non sia assolutamente necessario uno scudo penale per i medici, perché già la legislazione attuale costituisce uno scudo assolutamente solido. Se il medico rispetta i protocolli quelli stabiliti dall’Aifa, dall’Ema e dall’ospedale, non ha nessun tipo di problema. Scudo penale o meno, la magistratura le indagini le deve fare in ogni caso. Lo scudo penale, a mio avviso, è inutile”, dice all’Adnkronos. 

“Nessuno scudo penale che possa riguardare i vaccini può impedire al pm di svolgere le indagini – aggiunge Sabella -, perché se una persona che si è fatta il vaccino muore, anche se c’è lo scudo penale il pm le indagini le deve comunque avviare, perché, ad esempio, bisogna verificare se in quel vaccino è stato messo del veleno, se il medico che l’ha inoculato ha violato i protocolli, se la siringa era infetta e nessuno l’ha sterilizzata. Ci possono essere duemila ragioni per avviare l’indagine, ecco perché penso che ci troviamo di fronte a una tempesta in un bicchier d’acqua, si ciurla nel manico, è una questione priva di qualsiasi fondamento”.

“Lo scudo penale per i medici? Non serve. Non c’è bisogno quando non si fa altro che inoculare la dose: se si sbaglia non è giusto avere alcuno scudo penale, perché il proprio lavoro deve esser fatto bene; se è il farmaco che causa dei danni, cosa c’entra chi lo ha somministrato?”. L’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, commenta così all’Adnkronos la richiesta dello scudo penale per i vaccinatori.

“Se AstraZeneca è veleno, chi lo ha inoculato non c’entra e lo scudo non serve. E’ una richiesta che purtroppo dà la dimensione della preoccupazione che abbiamo – spiega ancora Caiazza – è una richiesta che nasce dal fatto che per fare le indagini sul vaccino si iscrivono i medici nel registro degli indagati. Una pura formalità, come spiegano poi le stesse Procure, che tuttavia per i vaccinatori costituiscono sempre e comunque un timore, come può essere un’iscrizione nel registro degli indagati, per omicidio colposo. Queste forzature determinano reazioni o richieste protettive che non possono essere declinate nei termini in cui vengono fatte. I pm dovrebbero evitare di iscrivere per mera esigenza investigativa gente che dall’inizio è chiaro che non c’entra nulla”.

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