Nel giorno delle elezioni europee Massimo Giannini su La Repubblica scrive il più duro editoriale contro Giorgia Meloni e il governo. Partendo dal caso Signorelli, l’editorialista ed ex direttore lancia fango sulla premier e sui suoi fedelissimi: “Signorelli & Piscitelli è la putrida sottomarca della modernissima “ditta” fascio-populista che si candida a rifare l’Italia e a cambiare l’Europa. Il nipotino dell’ideologo dello stragismo nero, acquartierato nell’ufficio stampa del ministro-parente Francesco Lollobrigida, e il boss della curva nazi-laziale e della criminalità narco-romana, assassinato dalla cosca rivale su una panchina del Parco degli Acquedotti. Sono anche loro Fratelli d’Italia, simboli dell’ultra-destra tricolore che oggi e domani Giorgia Meloni rilancia nelle urne”.
E attacca ancora Giannini; “Razzista e antisemita, eurofoba e xenofoba, intollerante e illiberale, settaria e autoritaria. Ci sono anche queste schegge impazzite e mai piallate, nel legno storto del presunto “neo-conservatorismo” in nome del quale la Sorella d’Italia ora chiede ‘scrivete Giorgia’ agli italiani e votate sovranista agli europei”.
Certo, Signorelli si è autosospese, scrive ancora Giannini, ma “insieme a lui – che nonostante lo schifo dei suoi dialoghi whatsapp con Fabrizio Piscitelli non si è dimesso – rimane davanti a noi questo grumo purulento di Mafia Capitale e di nazi-fascismo viscerale condiviso con il truce Diabolik. Resta qui, precipitato davanti ai seggi aperti, il nauseante brodo di coltura in cui ha sguazzato e sguazza tuttora un bel pezzo di “destra reale”, quella sorgiva e tecnicamente eversiva, nascosta sotto i tailleur Armani delle due Sorelle d’Italia e le grisaglie severe dei suoi numerosi Fratelli, cognati e camerati finalmente stravaccati nella stanza dei bottoni. E ci assale il tanfo di quella discarica morale e delinquenziale, irrorata dal livore contro i’ porci ebrei’ come Gad Lerner e dall’onore per i ‘terroristi eroi ‘come Giusva Fioravanti e Pierluigi Concutelli”.
“Peggio di questo fango tossico“, affonda il giornalista, “c’è solo il modo spiccio col quale l’ineffabile Lollo prova a ripulirne via gli schizzi dalla giacca, dicendo che è roba di cinque anni fa e che il Signorelli di oggi non pensa nulla di quello che scriveva allora. Potenza di una vittoria elettorale, che come ai tempi del Cav ti assolve da tutti i reati e ti perdona di tutti i peccati”.
E “censurare Scurati o denunciare Canfora e Saviano. Inaugurare un falso Ponte sullo Stretto o progettare un vero lager in Albania.
Truffare l’Inps o attaccare il Quirinale. Asfaltare i giornalisti o svillaneggiare i vescovi. C’è di tutto, nel Bestiario governativo di questi diciannove mesi”.