Marocco, il piccolo Ryan e la corsa contro il tempo per salvarlo. Giorgia Meloni: forza piccolo, siamo con te

C’è un paese intero con il fiato sospeso: continua in Marocco la corsa contro il tempo per salvare il piccolo Ryan, il bimbo di cinque anni caduto quattro giorni fa in un pozzo profondo 32 metri nella zona di Tamorot, nella provincia di Chefchaouen. Le complesse operazioni per cercare di riportare in superficie il bambino – il cui dramma ricorda molto da vicino quello di Alfredino Rampi – sono andate avanti tutta la notte. Sottolineate dal racconto della Bbc. Il timore di crolli, però, ha complicato le operazioni che – tra l’individuazione di possibili vie d’accesso e scavi – si susseguono ininterrottamente da martedì sera.

Quando, con uno scavo vicino al pozzo, senza più acqua, i soccorritori hanno ricreato alla stessa profondità un “tunnel” in orizzontale. Un passaggio attraverso cui accedere e riuscire a salvare il piccolo. Il quale, ferito lievemente alla testa, è apparso vivo e cosciente nelle immagini che una telecamera ha registrato giovedì. Quando un operatore l’ha calata in profondità nel terreno, fino a mostrare Ryan. E a individuare il punto in cui si trova. Per lui sono arrivati rifornimenti di ogni tipo: anche ossigeno, oltre a cibo e acqua. «Il problema – ha spiegato alla Bbc Mohamed Yassin El Quahabi, presidente della Chefchaouen Association of Caving and Mountain Activities – è che il diametro dell’apertura del pozzo è molto, molto piccolo: circa 25 centimetri. E a una profondità di 28 metri è ancora più piccolo».

Comunque, dopo aver lavorato l’intera notte, le squadre di soccorso si sono calate nel tunnel scavato parallelamente a quello in cui 4 giorni fa è caduto il piccolo Rayan. E subito dopo hanno iniziato a scavare orizzontalmente nel tentativo di raggiungerlo. Prestando massima attenzione a non creare cedimenti o crolli del terreno che potrebbero far cadere ancora più in basso il bambino. Piccolo di cui, al momento, non si conoscono le condizioni. Il capo dei soccorritori, Abdelhadi Tamrani, ha detto che «non è possibile determinare le condizioni del bambino in questo momento. Ma noi preghiamo che sia vivo». Aggiungendo che nel pozzo è stato calato cibo, acqua e anche una maschera con l’ossigeno, ma che non è chiaro se il piccolo abbia potuto farne uso.

Il padre di Rayan, che stava aggiustando il pozzo al momento dell’incidente, ha detto che lui e la madre sono «devastati». «Tutta la famiglia ha partecipato alla ricerca, poi abbiamo capito che era caduto nel pozzo. Io ancora ho la speranza che lo troviamo vivo», ha detto in lacrime la mamma del bambino, parlando alla tv. La vicenda di Rayan – che come anticipato in apertura ricorda quella drammatica di Alfredino: il bambino che nel 1981 morì in Italia dopo essere caduto in un pozzo a Vermicino – sta tenendo con il fiato sospeso il Marocco. Dove moltissime persone da giorni seguono con apprensione le operazioni di soccorso, sia in tv, che sui social. Un caso che sta tenendo in ansia mezzo mondo. Oggi del piccolo Ryan ha parlato anche Giorgia Meloni, che sulla sua pagina Facebook ha postato: «La famiglia del bimbo sta vivendo ore di angoscia e da mamma non posso che esprimere la mia piena vicinanza umana. Forza piccolo, facciamo tutti il tifo per te».

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