Mariupol sotto assedio, 300mila civili intrappolati: i russi bombardano i corridoi umanitari

L’Ucraina al suo tredicesimo giorno di guerra, dopo una notte d’inferno sulla città di Sumy (21 civili uccisi, tra cui bambini), prova a far ripartire i corridoi umanitari. Le città sotto assedio sono delle polveriere. I civili il bersaglio mobile dei soldati russi. Il mondo, col fiato sospeso, spera nella tregua annunciata per oggi dai russi: la quarta dopo tre consecutive andate a vuoto. e, soprattutto, dopo la beffa di ieri con i percorsi delle vie di fughe indicate in Russia e Bielorussia. Dalle 9 locali di questa mattina (le 8 ora italiana ndr) sono partite nuovamente le operazioni di evacuazione dei civili da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol

Eppure, proprio da Mariupol arrivano le notizie più inquietanti di questa giornata di guerra in corso. A darle, fornendo un aggiornamento in tempo reale via social, è il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Il quale, a proposito delle operazioni di evacuazione dei civili dalla città dell’Ucraina meridionale, denuncia: «La Russia tiene in ostaggio 300.000 civili a Mariupol. Impedisce l’evacuazione umanitaria nonostante gli accordi con la mediazione della Croce Rossa internazionale. Un bambino è morto per disidratazione (!) ieri! I crimini di guerra fanno parte della strategia deliberata della Russia. Esorto tutti gli Stati a chiedere pubblicamente: “Russia, lascia andare le persone!”»..

Anche peggio. Contestualmente all’informazione fornita dal dicastero degli Esteri di Kiev, il ministero della Difesa dell’Ucraina, sottolineando che per provvedere all’evacuazione dei civili «sono state sgombrate e sminate le strade», denuncia che «tuttavia il nemico non ha lasciato andare via donne, anziani e bambini. E che le forze russe a Mariupol «hanno aperto il fuoco nella direzione del corridoio umanitario». Commentando in calce: «Queste azioni dell’esercito russo non sono altro che genocidio contro il popolo ucraino».

E così, proprio nel momento in cui Zelensky rilancia sulla possibilità di negoziare, la Russia inasprisce l’azione militare sulle città ucraine, specie quelle coinvolte nel piano di evacuazione come Mariupol e Zaporizhzhia. Dove fa sapere in un tweet di poco fa il portavoce del ministero degli esteri ucraino Oleg Nikolenko, il «cessate il fuoco è stato violato! Le forze russe stanno ora bombardando il corridoio umanitario tra le due città». E dove «otto camion e 30 autobus erano pronti a consegnare aiuti umanitari e a far evacuare civili». Sollecitando ad intensificare la pressione sulla Russia «affinché mantenga i suoi impegni».

Intanto, mentre l’Onu fa sapere che si è superata la soglia dei 2 milioni di rifugiati. Nella notte, però, irrompe drammaticamente la notizia di esplosioni a Odessa, che da giorni aspetta l’attacco russo. Esattamente come Kiev, che dopo una lenta avanzata, i russi stanno serrando i ranghi in attesa di far partire l’offensiva finale sulla capitale sotto assedio. A Mariupol l’assedio dura ormai da una settimana e i 200.000 civili che la abitano – nelle parole di Human Rights Watch – sono «intrappolati in un incubo gelato. Senza acqua né luce. E vivono sotto la costante minaccia dei bombardamenti russi».

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