Mantovano manda al manicomio la sinistra: “Non esistono droghe leggere”

Intervenendo davanti alla Commissione stupefacenti delle Nazioni Unite, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha ribadito un concetto più volte espresso da chi da sempre è in prima linea nella lotta all’uso delle droghe: “Tutte sono dannose, non ci sono droghe leggere“. “La droga – ha aggiunto il sottosegretario – costituisce una minaccia per la salute di ogni persona e per la sicurezza delle nostre comunità. È nostro dovere opporci a qualsiasi forma di traffico di sostanze stupefacenti e anche alla legalizzazione di talune di esse”. Le parole di Mantovano hanno provocato un attacco di orticaria alla sinistra, che anche su questo tema non ammette l’esistenza di posizioni diverse dalla propria ed è pronta a bollarle come retrograde, prive di fondamento, sganciate dalla realtà. Cancellando, ovviamente, tutte le evidenze che invece dicono l’esatto contrario e dimenticando anche tutti gli avvertimenti che vengono dalle comunità terapeutiche.

Mantovano, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza “di prevenzione, informazione e comunicazione rivolte specialmente agli adolescenti, ponendo attenzione al trattamento e al recupero delle persone dipendenti” e ha rimarcato come, mentre nella lotta al tabacco si siano fatti grandi sforzi e considerevoli passi avanti, lo stesso non sia avvenuto per quanto riguarda le droghe. “Questo perché – ha aggiunto – continuano a circolare con troppa insistenza messaggi fuorvianti, relativi alla presunta innocuità o leggerezza di talune sostanze”.

“Il richiamo ai diritti – ha quindi avvertito il sottosegretario – impone di interessarci, prima ancora dei milligrammi in più o in meno di ciascuna delle sostanze riportate nelle varie tabelle dei singoli Stati, di qualcosa di più importante: e cioè del significato da conferire a termini come libertà e responsabilità”. “Per chi intende riscrivere le legislazioni sulla droga avvicinandole a esperienze di legalizzazione, libertà ha la declinazione di fare quello che si vuole, incluso darsi la morte, o comunque porre sé stesso nelle condizioni di non essere più sé stesso. Chi contrasta questa deriva è convinto invece che la libertà consista nel porsi nelle condizioni di rispettare sempre sé stessi e la propria dignità, e nel dare senso alla propria vita. È questo – ha concluso Mantovano – il terreno di confronto”.

Un discorso rispetto al quale l’ampio fronte anti-proibizionista della sinistra italiana non ha saputo far altro che rifugiarsi nel consueto tentativo di screditare e ripetere gli straordinari vantaggi che deriverebbero dalla legalizzazione. “Ognuno è libero di coltivare le proprie ossessioni e non ci stupisce che per Mantovano, uno degli autori della legge Fini-Giovanardi, sia più facile continuare a ripetersi e a ripetere persino nelle sedi internazionali che le droghe sono tutte uguali e fanno tutte male, contro ogni evidenza scientifica e contro il buon senso”, ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, secondo il quale “la legalizzazione consente di colpire con efficacia il mercato illegale e chi lo detiene e al contempo tutelare la salute dei cittadini”.

“Per il governo Meloni, lo veniamo a sapere attraverso le parole del sottosegretario Mantovano all’Onu, le droghe leggere non esistono e non bisogna legalizzarle. Non sanno di che cosa parlano, ma ne parlano comunque. È il metodo tipico di questo governo”, ha sentenziato il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che a quanto pare cade dal pero rispetto a posizioni arcinote. Dal cerchio magico di Elly Schlein, anche lei fieramente ancorata alla religione della legalizzazione, ha parlato poi Marco Furfaro: “La destra italiana – ha detto – ha la cattiva abitudine di ignorare scienza e innovazione, ricerca e realtà”. E giù a elencare i danni del proibizionismo e i benefici della legalizzazione.

In realtà, ormai da anni e anni, moltissime voci della comunità scientifica avvertono sul fatto che le droghe leggere non esistono più, essendo stati anche modificati i principi attivi di quelle che una volta andavano sotto quella classificazione, e lanciano l’allarme sui danni cerebrali connessi anche a sostanze come cannabis e marijuana. Poi c’è il tema del messaggio che si vuole veicolare, per altro cuore dell’intervento di Mantovano. Una questione rispetto alla quale basterà citare la posizione, anche questa nota da un tempo immemore, di realtà e addetti ai lavori che contro gli effetti della droga combattono ogni giorno. Tanto Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, quanto i responsabili di San Patrignano e don Mazzi, fondatore di Exodus – solo per citare le tre realtà italiane forse più note – sempre, ogni volta che si è parlato di legalizzazione, si sono detti “assolutamente contrari”, affermando esattamente quello che ha affermato Mantovano: non esistono droghe leggere; con la legalizzazione si manda un messaggio devastante. Tutte voci che però non sono pervenute alla sinistra italiana. Forse chissà, anche loro, per citare Fratoianni, “non sanno di cosa parlano, ma parlano comunque”.

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