Manovre grilline, la Raggi sfratta l’Istituto storico per il Medioevo e tiene aperti i centri sociali

Virginia Raggi sfratta l’Istituto storico per il Medioevo che ha la sua sede storica in piazza dell’Orologio, nel centro storico di Roma, dal 1924. L’Istituto, che ha una biblioteca di 100mila volumi e un archivio storico di importanza fondamentale, non ha mai chiuso i battenti neanche nell’ultimo periodo bellico.

Ora arriva lo sfratto da parte del Campidoglio, ennesima riprova dell’inadeguatezza dell’ammnistrazione pentastellata. Il Comune aveva manifestato la necessità di rivedere in linea generale tutte le concessioni e i cànoni di affitto. Ma dopo un sopralluogo nell’aprile del 2017, non aveva più dato notizia delle sue intenzioni nonostante i numerosi solleciti inviati dall’Istituto. Finché il 1 ottobre non arriva la lettera che invita l’Istituto a sgomberare l’immobile entro 30 giorni.

Così racconta la vicenda lo storico Franco Cardini, che fa parte consiglio scientifico dell’Istituto: “Siamo insomma degli occupanti abusivi, al pari di tanti Centri Sociali, di Casa Pound, dei poveri migranti africani ecc. E la solerte Amministrazione Comunale c’informa che “è in corso un riordino gestionale del patrimonio capitolino per procedere all’assegnazione dello stesso in osservanza alle prescrizioni della normativa vigente in materia”, le modalità della quale sarebbero state formalizzate da una deliberazione dell’aprile 2015 (della quale, in ben cinque anni, non c’era stato modo di dir parola all’Istituto)”.

“Pertanto, l’Istituto stesso è (si legge nel comunicato amministrativo) “invitato a rilasciare bonariamente l’immobile, libero da persone e cose, entro 30 giorni dal ricevimento del provvedimento in parola”; e a pagare la somma di 4.465,84 euri, corrispondente al debito per affitti non corrisposti. In altri termini uno dei principali istituti pubblici di ricerca della capitale è sul lastrico, con i 100.000 libri della sua biblioteca, senza che l’Amministrazione Comunale si degni nemmeno di mostrarsi preoccupata per la sua eventuale nuova collocazione e disposta a collaborare per individuarne una”.

Il provvedimento è stato impugnato: “A ciò aggiungo – prosegue Cardini –  per quel che mi riguarda che il “bonario rilascio dell’immobile” auspicato dalle Signore e dai Signori del Campidoglio non s’ha da fare, né domani né mai, e che per quanto mi riguarda m’impegno a impedirlo con ogni mezzo. Del resto, con una parte almeno di quei 100.000 volumi io ci lavoro da anni: e non ho nessuna intenzione di lasciarmeli scippare da Lorsignori. Tantopiù poi nella non improbabile prospettiva che dietro alla manovra vi siano fini di riutilizzo dell’immobile per scopi non amministrativi bensì speculativi.
Sul totale disprezzo della cultura da parte di un’Amministrazione Comunale, quale quello che traspare dal tentativo perpetrato – indipendentemente dalla sua riuscita o meno –, non mi pronunzio nemmeno. Non mi sarei mai aspettato nulla di meglio”.

L’Istituto storico per il Medioevo ha lanciato la campagna “La Storia non si sfratta”. “Sfuggono le motivazioni di questa richiesta, che priverebbe Roma di un’istituzione riconosciuta nel mondo e con un’intensa attività culturale ed editoriale. Ci opporremo in tutti i modi possibili alla richiesta” si legge nell’appello pubblicato su Facebook, in cui si invoca la solidarietà di istituzioni e cultori della materia.

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