Manovra, che cosa può cambiare in Finanziaria

By Gian Maria De Francesco

Oggi le commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta, avvieranno le audizioni delle parti sociali sulla manovra 2025. A sfilare fin dal primo mattino tutte le associazioni di categoria, professionali, delle imprese e dei consumatori. Tra gli ultimi Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Domani sarà il turno dei vertici di Inps, Anci, Regioni, Istat, Corte dei Conti e Banca d’Italia. Giovedì concluderà la serie degli interlocutori il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Secondo quanto si apprende da ambienti di governo, «sono escluse modifiche sostanziali» all’articolato. Le risorse più cospicue per finanziare ulteriori interventi proverranno dal gettito del concordato preventivo biennale (con incluso ravvedimento speciale) che si è chiuso lo scorso 31 ottobre. Proprio per questo motivo il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha richiesto una proroga dei termini per garantire l’abbattimento dell’aliquota intermedia dell’Irpef dal 35% al 33 per cento.

I margini di intervento delle due Camere, infatti, sono abbastanza ridotti. La stessa legge di Bilancio mette a disposizione del Parlamento solo 120 milioni di euro l’anno prossimo per emendare la manovra. Occorre, dunque, che tanto la maggioranza quanto l’opposizione trovino un percorso condiviso. L’anno scorso i 200 milioni di fondi a disposizione furono utilizzati – tramite un accordo bipartisan – per l’incremento del Fondo per il reddito di libertà (sgravio contributivo per i datori di lavoro che assumono donne vittime di violenza) e delle risorse per i centri antiviolenza e le case rifugio. Nel 2024, invece, tra le due sponde del Parlamento non si registra la medesima armonia in quanto le opposizioni hanno individuato la sanità come ambito principale di intervento nonostante i 2,3 miliardi di incremento del Fsn.

Anche nella maggioranza, finora, si sono privilegiate le battaglie identitarie. La Lega ritiene fondamentale un ampliamento della platea della flat tax al 15% per gli autonomi (dagli attuali 85mila a 100mila euro). Forza Italia intende garantire un ulteriore rinvio della sugar tax, bloccata solo fino a luglio, e rendere meno dura la stretta sulle plusvalenze da criptovalute la cui tassazione è stata aumentata dal 42 al 26% (essendo anche uno dei principali investimenti delle generazioni più giovani). Per il partito fondato da Silvio Berlusconi (ma anche per il Carroiccio) uno dei temi più caldi è quello pensionistico. Con la legge di Bilancio l’esecutivo Meloni ha introdotto meccanismi per indurre i lavoratori a rinviare il riposo oltre i termini indicati dalle norme mentre, sul fronte dei prepensionamenti, ha prorogato Ape Social, Quota 103 e Opzione donna. Mentre il primo è tema del dl Fiscale, i secondi ricadono nell’ambito della manovra con una dotazione per il 2025 di circa 100 milioni di euro. Dunque, la maggioranza con 120 milioni di euro avrebbe qualche chance di ampliare la platea delle uscite flessibili.

Molto più complesso, invece, intervenire sull’indicizzazione delle pensioni minime. Le opposizioni hanno incautamente dileggiato la mossa del governo che si traduce in un incremento di 4 euro mensili circa a partire da gennaio. Dal 2025, infatti, saliranno del 2,2% a 617,9 euro. Non si è tenuto conto, infatti, di due fattori. In primo luogo le norme esistenti avrebbero comportato un taglio. Senza un intervento del governo sarebbero diminuite a quota 604 euro. Secondo ma non meno importante: la misura costa 290 milioni nel 2025. La maggioranza, Forza Italia in testa, spinge per un ritocco fino a 620 euro (che comporterebbe un ulteriore esborso di circa 190 milioni).

Ecco perché il presidente dei senatori azzurri, Maurizio Gasparri, ieri è tornato a chiedere un incremento del prelievo sui colossi del web il cui prelievo resta comunque inferiore a quello subito da pmi e partite Iva.

La Lega, invece, ha chiesto che l’utilizzo della previdenza complementare per andare in pensione a 67 anni sia allargato anche alle forme flessibili oltre a un nuovo round di silenzio-assenso per conferire il Tfr ai fondi pensione per costituire un cuscinetto ai millennial.

Pubblicato da edizioni24

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