Malala a valanga contro i talebani: “Riportate le ragazze afghane a scuola. I talebani negano il diritto di imparare”

«Un mese fa, i talebani hanno chiuso i cancelli delle scuole a milioni di ragazze afghane, derubandole non solo dell’istruzione ma anche del loro futuro». Inizia così la lettera aperta che il premio Nobel per la Pace, Malala Yousafzai, ha rivolto ai nuovi padroni dell’Afghanistaned ai leader di tutto il mondo per chiedere il ritorno delle ragazze in classe.

«L’Afghanistan è ora l’unico Paese al mondo che vieta l’istruzione alle ragazze. I leader di tutto il mondo devono intraprendere un’azione urgente e decisa per riportare ogni ragazza afghana a scuola», ha proseguito Malala. La giovane quando era giovanissima attivista per i diritti umani venne ferita alla testa dai talebani in Pakistan.

I talebani hanno «assicurato al mondo che avrebbero rispettato i diritti delle ragazze e delle donne. Ma stanno negando a milioni di persone il diritto di imparare», ha aggiunto Malala. Chiedendo di “riaprire immediatamente le scuole secondarie femminili”. La premio Nobel ha quindi chiesto ai leader delle nazioni del G20 di fare pressione sui talebani per consentire alle ragazze di tornare a scuola.

Malala Yousafzai è una giovane attivista pakistana che all’età di 13 anni è diventata celebre per il blog, da lei curato per la Bbc, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne e il diritto all’istruzione per i bambini.

Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo dello scuolabus su cui lei tornava a casa da scuola. Ricoverata nell’ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all’attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. La ragazza è stata in seguito trasferita in un ospedale di Birmingham che si è offerto di curarla.

Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio Nobel per la pace assieme all’attivista indiano Kailash Satyarthi, diventando con i suoi diciassette anni la più giovane vincitrice di un premio Nobel. La motivazione del Comitato per il Nobel norvegese è stata: «Per la loro lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione».

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