
By Fabio Vacca
Paola Taverna dice che adesso è diverso. Incalzata da Enrico Lucci di Nemo, la senatrice del M5s si difende per i toni violenti usati nel corso degli anni contro i parlamentari del Partito democratico. “Mafiosi, schifosi, siete delle merde, ve ne dovete andare, dovete morire” , aveva detto contro i dem il 31 luglio del 2015.
A distanza di 3 anni, e con un accordo di governo fatto sottobanco, Taverna abbassa il tiro ma non ritratta: “Io non chiedo scusa al Pd per tutto quello che ho detto in passato”. Insomma, ci vuole solo governare. Anche senza guardarli in faccia.
Lo stesso discorso vale a livello locale. Molti esponenti del M5s che oggi sostengono il candidato Sindaco del PD, Enzo Falco, fino a poche settimane fa gliene dicevano di tutti i colori.
Il punto non è l’aver criticato l’avversario politico anteponendo il proprio programma elettorale, come accade di solito. Nel caso dei 5 Stelle, che volevano rivoluzionare il mondo si è trattato di vere e proprie accuse al punto da finire nelle aule giudiziarie. Dare del mafioso ad un partito e poi allearsi giustificando l’accordo: “per il bene del Paese”, è come allearsi con i Riina per il bene della Sicilia. Eppure ci sono ancora esseri umani, carne viva, che li segue. Li vota. Allora sono tutti collusi?