M5s, la grande fuga: si salvi chi può. Già 47 parlamentari hanno mollato il Movimento

M5s, fuga per la poltrona. O contro il tradimento dei valori del Movimento. Ognuno (all’interno dei pentastellati) la vede come vuole, ma i dati sono impressionanti.  Un parlamentare su 7 ha già lasciato il Movimento 5 Stelle. Una media mai vista nella storia repubblicana. Tra Palazzo Madama e Montecitorio, sono ben 47 parlamentari su 226 deputati e 112 senatori inizialmente eletti. E la fuga pare tutt’altro che terminata.

Dall’inizio della legislatura sono ben 16 i senatori passati al Misto e 27 i deputati che hanno abbandonato. A provocare l’ennesima emorragia, il dilaniante voto sul Mes. Con i transfughi di ieri si arriva, dunque, a trentuno. Fra espulsi e fuoriusciti, come confermano i dati di Openpolis, ecco i numeri, senza considerare coloro, ma sono pochi che candidati con M5s, sono stati cacciati al termine della campagna elettorale.

Nel gruppo Misto o nella Lega: Giovanni Marilotti, Tiziana Carmela Rosaria Drago, Gelsomina Vono, Saverio De Bonis, Paola Nugnes, Ugo Grassi, Luigi Di Marzio, Gregorio De Falco (noto per la vicenda della Nave Concordia e l’ultimatum al comandante Schettino di non abbandonare i passeggeri e l’equipaggio), Elena Fattori, Marinella Pacifico, Mario Giarrusso, Alfonso Ciampolillo, Stefano Lucidi, Gianluigi Paragone, Alessandra Riccardi.

Davide Galantino, Santi Cappellani, Marco Rizzone, Antonio Zennaro, Rina De Lorenzo, Nicola Acunzo, Paolo Lattanzio, Nunzio Angiola, Michele Nitti, Nadia Aprile, Rosalba De Giorgi, Gianluca Rospi, Piera Aiello, Andrea Mura, Paolo Niccolò Romano, Flora Frate, Gloria Vizzini, Matteo Dall’Osso, Massimiliano De Toma, Lorenzo Fioramonti, Raffaele Trano, Sara Cunial, Veronica Giannone, Alessandra Ermellino, Fabiola Bologna, Rachele Silvestri, Elisa Siragusa. Fabio Berardini, Carlo Ugo de Girolamo, Antonio Lombardo e Mara Lapia. 

Ma la fuga del M5s è soprattutto nei dati elettorali. In questi anni, nessun amministratore locale di grandi Comuni è stato confermato. I sondaggi danno il Movimento in caduta libera. Una caduta inarrestabile, che è nota anche a Conte e Di Maio. Infatti, l’idea di andare alle urne terrorizza tutti. Sanno bene che molti di loro, nella prossima legislatura, torneranno a fare quello che facevano prima di entrare in politica. I disoccupati.

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