M5S, i grillini litigano su tutto, pure sui biglietti del treno: “Basta con queste stupidate”

Nel Paese sta accadendo di tutto, la crisi travolge gli italiani. Se non bastasse, si registrano caos e disservizi anche a causa delle nuove regole sul distanziamento a bordo dei treni ad alta velocità. Ma nel M5S fa discutere un ordine del giorno (targato proprio pentastellato) sui rimborsi viaggio alla Camera. E una parte dei Cinquestelle si scopre, a sorpresa, “anti-pauperista”.

La diatriba nasce qualche giorno fa. È il 30 luglio quando il deputato grillino Alessandro Melicchio annuncia l’approvazione del suo odg al bilancio della Camera. Si chiede di “prevedere che il meccanismo delle spese di viaggio” dei deputati “sia limitato unicamente al rimborso per biglietti con servizi base o standard o economy di ogni compagnia di trasporto”. Al deputato si lascia “l’opportunità di usufruire di servizi aggiuntivi, alla cui differenza di costo provvederà però a proprie spese”.

Un atto di indirizzo, festeggia Melicchio, «che può far risparmiare tanto ai cittadini, riducendo le spese di viaggio dei deputati». Questo perché «togliere dei privilegi assurdi vuol dire ristabilire un equilibrio, avere rispetto dei cittadini e ridare dignità alla politica».

Ma la notizia, apprende l’Adnkronos, non è stata accolta con lo stesso entusiasmo da alcuni colleghi M5S di Melicchio, bersagliato dal “fuoco amico” nelle chat interne. Una cosa ridicola, dicono. Un eletto domanda, incredulo, come   sia stato possibile votare un documento del genere. Se non trovo posto in seconda classe e sono costretta a viaggiare in prima – si chiede un’altra parlamentare – la differenza la devo pagare di tasca mia? Per un altro collega pentastellato è ora di dire basta al “populismo pauperista”. Ha stufato e non fa nemmeno più presa sulla gente, il senso del suo ragionamento.

Fioccano poi le battute, tra chi propone di abolire direttamente la Camera e chi minaccia di presentare un ordine del giorno per rimuovere le prese della corrente per chi ricarica il cellulare “a sbafo”. Ad ogni modo, l’ordine del giorno è stato riformulato con la possibilità di prevedere che “il rimborso delle spese di viaggio dei deputati avvenga coniugando le esigenze di contenimento dei costi con quelle di garanzia di disponibilità di posti nella tratta prescelta”. La reazione di Melicchio non tarda ad arrivare. L’autore dell’odg sui rimborsi si dice stupito dalla “indignazione” dei colleghi e incassa la solidarietà di un parlamentare. Che ricorda il tenore dei post pubblicati a inizio legislatura da tutti quei grillini irritati per il sistema di prenotazione dei posti sui treni a vantaggio degli onorevoli.

Pubblicato da edizioni24

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