M5S, Casaleggio è un fiume in piena: “Movimento distrutto in 15 mesi: è al punto di non ritorno”

Ne ha per tutti Davide Casaleggio, intervistato dal Corriere della Sera sulla scissioneche ha spaccato come una mela il MoVimento 5Stelle. Ne ha per Giuseppe Conte, che ha «distrutto in soli 15 mesi un progetto politico costruito con grandi successi in 15 anni». E ne ha per lo scissionista Luigi Di Maio, che ha solo dato vita ad «un gioco di palazzo in cui sono stati spostati parlamentari in un altro contenitore». Il figlio di Gianroberto, il guru visionario cofondatore con Beppe Grillo del M5S, non può che prendere atto della profondissima crisi in cui si dibatte la creatura politica del padre. Lo fa condividendo lo sprezzante giudizio che di Conte diede il comico quando l’ex-premier assunse la leadership dei pentastellati. «Credo – spiega infatti Casaleggio Jr.- che sconti la sua totale inesperienza manageriale e anche l’assenza di una visione innovativa».

Per poi aggiungere: «Ha accentrato potere nelle stanze romane cancellando con un tratto di penna i gruppi locali che erano la rete strategica per promuovere i territori. E decidendo di non utilizzare un’architettura della partecipazione unica al mondo che consentiva di creare valore tra oltre 200 mila persone e che custodiva un know howdecennale fondamentale». Per Giuseppi, insomma, bocciatura totale. L’attuale capo politicorischia di pagare anche colpe non sue. I guai che angosciano i 5Stelle arrivano infatti da lontano.E sono a tal punto grossi da apparire irrisolvibili. Almeno a Casaleggio: «Credo si sia andati oltre il punto di non ritorno». Per spiegarne il senso, il managerricorre alle immagine di un «film comico» in cui «per poter prendere la pensione della nonna deceduta, i nipoti la mettevano nel congelatore facendo finta che fosse ancora viva».

La pensione, manco a dirlo, sono i consensi (calanti) del M5S. «È sempre più magra vedendo il 2.2 per cento di vpti delle ultime Amministrative», rileva infatti Casaleggio. Fin qui la diagnosi. E la terapia? «Il M5S – risponde –dovrebbe avere il coraggio di chiedere se rimanere o meno al governo ai propri elettori. Perché la premessa e la promessa fatte a chi votato il M5S erano di coinvolgerli nelle scelte politicheimportanti e non arrogarsi il potere di farlo in qualche stanza con quattro persone nominate dall’alto». Significa forse che avrà buon gioco Di Maio? Sul punto Casaleggio è a dir poco scettico: «Per ora mi sembra solo premette -. Alle prossime elezioni al centro potrebbero esserci più partiti che elettori». Sistemato anche lui: avanti il prossimo.

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