L’ossessione di Lerner contro la Meloni non ha precedenti. E a furia di sparare caxxate confonde conservatori e nazionalisti

C’è poco da fare, un leader di destra può compiere un importante percorso di posizionamento abbracciando il pensiero conservatore, diventare leader dell’ECR, invitare ospiti internazionali dai Tories inglesi al Likud ma ci sarà sempre qualche illustre commentatore pronto ad accusare di strizzare l’occhio al fascismo e di essere estremisti.

È il caso rispettivamente di Giorgia Meloni e di Gad Lerner, la prima ad Atreju ha coronato la svolta conservatrice di FdI, il secondo l’ha attaccata in un post scrivendo: “Giorgia Meloni adopera la parola ‘patriota’ come sinonimo di ‘camerata’, cioè come distintivo retorico della sua comunità. Lo schema rimane sempre lo stesso: ‘Noi siamo veri patrioti, gli altri sono traditori della patria’. Ma il nazionalismo oggi è solo un ferrovecchio riciclato”.

Ci vuole parecchia fantasia (e coraggio) per mettere sullo stesso piano il termine “patriota” a “camerata” equiparando il concetto di Patria con il fascismo. Sono decenni che la storiografia ha superato questo approccio non solo limitativo ma errato e già sotto la presidenza Ciampi la Patria è tornata (giustamente) ad essere un patrimonio condiviso da tutti gli italiani celebrato il 2 giugno con la festa della Repubblica.

La connotazione che Lerner attribuisce al termine patriota con l’obiettivo di attaccare la Meloni, è in realtà dispregiativa nei confronti di tutti gli italiani che amano il proprio paese e si definiscono perciò tali.

Il tentativo di definire l’offerta politica di Fratelli d’Italia come “nazionalista”, non è solo fuorviante ma sbagliata poiché la direzione intrapresa dal partito (come testimoniato da Atreju) è di stampo conservatore. Il conservatore è senza dubbio un patriota, ama la propria patria e la nazione ma non è un nazionalista, soprattutto non lo è nell’accezione negativa che questo termine ha assunto nel Novecento e che Lerner utilizza. In realtà il conservatorismo è tutt’altro che un “ferrovecchio riciclato” e rappresenta la strada per costruire la destra del futuro.

Per fortuna non tutti i commentatori (e soprattutto i cittadini) sono animati da un furore ideologico che gli impedisce di vedere il percorso in atto nella destra italiana e cercano di comprendere le motivazioni che hanno portato Giorgia Meloni ad abbracciare il pensiero conservatore. Se invece di limitarsi a una critica aprioristica Lerner provasse ad approfondire tale percorso riconoscendo, pur nelle fisiologiche differenze ideologiche, i risultati ottenuti e un pantheon valoriale più ampio e aperto a nuove esperienze e mondi, dimostrerebbe un’onestà intellettuale di cui, a giudicare dalla sue dichiarazioni, sembra essere carente.

Pubblicato da edizioni24

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