Londra invia armi ad uranio impoverito in Ucraina? Il Col. Calcagni a ith24: “È uno schiaffo a tutti quelli che sono morti a causa dell’uranio impoverito”

By ith24.it

La voce che sta circolando in queste ultime ore sull’invio di armi ad uranio impoverito all’Ucraina da parte di Londra, sta facendo gelare il sangue nelle vene. E a dire no a questo armamento è il Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano Carlo Calcagni.

Dopo la notizia anche la Russia ha accusato la Gran Bretagna di voler scatenare un “genocidio” fornendo all’Ucraina armi con uranio impoverito. “L’uso di munizioni con uranio impoverito è una manifestazione di genocidio della popolazione contro la quale sono usate e delle persone che le usano”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un’intervista alla ‘Sputnik‘.

Ma il messaggio più incisivo lo lancia attraverso ith24.it il Colonnello Calcagni, che tuona:

“Si tratta dello stesso tipo di munizioni. È come se tutto quello che è successo in passato fosse stato cancellato. Apprendere dell’utilizzo di tali munizionamenti nel 2023 fa apparire inutili tutte le battaglie che abbiamo fatto affinché questo non accadesse più. È uno schiaffo a tutti quelli che sono morti a causa dell’uranio impoverito. Non si può restare indifferenti”.

Il Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano Carlo Calcagni, è anche membro del Tavolo tecnico sull’uranio impoverito promosso dall’ex Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, e che da oltre vent’anni affronta le conseguenze sulla sua pelle e combatte contro le malattie causate proprio dall’utilizzo di questi terribili munizionamenti. Nel corpo di Calcagni – impiegato come pilota elicotterista nella missione Internazionale di pace del 1996 nei Balcani, in Bosnia – le biopsie di fegato, midollo e polmoni hanno rilevato la presenza di 28 metalli pesanti, tra cui uranio e cesio radioattivi, che gli hanno causato ben 24 patologie tra cui cardiopatia, linfomielodisplasia, polineuropatia cronica, degenerativa e irreversibile con Parkinson, fibrosi polmonare con insufficienza respiratoria, disfunzione dell’ipofisi e sensibilità chimica multipla.

“Sono munizionamenti pericolosi che causano danni devastanti a lungo termine – spiega Calcagni – non solo all’obiettivo colpito, ma anche alla popolazione e a chi andrà successivamente ad operare in quella zona, a portare aiuti e soccorsi. Si sta prospettando il concretizzarsi, ai giorni d’oggi, dello stesso scenario che si è verificato nei Balcani dove siamo intervenuti per aiutare la popolazione devastata da una guerra fratricida e abbiamo subìto i danni dei bombardamenti effettuati dai nostri alleati, poiché chi sapeva ed aveva il dovere di informarci, proteggerci e tutelarci, ha taciuto”.

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