Lo spruzzo velenoso degli invidiosi della stampa “contro”. Il titolo più insipiente: Buongiorno Ungheria

Ci tocca già rimpiangere l’Italia di Mario Draghi“. “Buongiorno Ungheria“. Il Domani e il Foglio. E Repubblica che parla del “Gran Consiglio di Giorgia e che intervista un velenosissimo Marc Lazaar. Quelli che non ci vogliono stare. Quelli che si credono ancora in campagna elettorale. Certo, oggi è il giorno della vittoria, del riscatto, come lo ha definito Giorgia Meloni. E dovremmo lasciare ai soliti noti, ai soliti opinionisti elucubrare. Dalle facce alle testate “contro”. Le facce durante le varie maratone televisive ai titoli delle testate. Il livore di Giannini, il pallore di Caludio Cerasa. Le facce tirate dio Aldo Cazzullo e di Antonio Padellaro. Credevano che i sondaggi fossero un brutto sogno, presavano che non potesse essere vero che FdI arrivasse al 26 per cento, primo partito di destra d’Italia in cima, nel punto più alto del podio al 26 per cento( aggiornati al momento in cui scriviamo). E fanno fatica a risvegliarsi e rendersi conto che il sogno (il nostro) è diventato realtà.

Fa fatica Curzio Maltese sul Domani che nel fondo conciona: “Draghi un gigante in confronto ai nani della politica, che non conoscono né dimostrano il suo senso del dovere. Mario Draghi ha tracciato un sentiero fondamentale per il nostro paese che alcuni leader proveranno a ripercorrere, anche se lui non ci sarà più a guidarli. Giorgia Meloni ha già detto che batterà i pugni sul tavolo e che «la pacchia è finita». Con tutte le crisi che attraversano l’Italia e l’Europa, la presidente di Fratelli d’Italia crede di poter fare la voce grossa. La verità è che avrà difficoltà molto serie a governare”. L’editorialista elenca tutti temi critici che il nostro Paese e il nuovo governo dovranno affrontare: La scuola, la crisi climatica; l’immigrazione  “che la destra pensa di affrontare con i blocchi navali. Figurarsi cosa potrà fare Meloni sul gas con i governi europei”.

“Una leader che ha deciso di non togliere la fiamma dal suo simbolo e che fatica a frenare i suoi militanti nel fare il saluto romano, non ha nessuna credibilità per essere forte nel continente. C’è il rischio che l’Italia si metta sullo stesso livello retrivo e pericoloso di Ungheria e Polonia. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha già dichiarato che, se le cose prenderanno una direzione difficile, l’Europa avrà gli strumenti per affrontarle. Sarà un ottobre freddo e buio”. Al Domani, per caso fanno il tifo contro il nostro Paese? A questo livello è sceso il livello di “rosicamento”?

Il Foglio si supera e titola “Buongiorno Ungheria” con la foto di Giorgia Meloni. Sottotitolo: “L’antieuropeismo di Orbán e di Kaczynski, ispiratori della destra sovranista italiana. Un viaggio storico-culturale dentro un modello che ci conviene conoscere”. All’interno l’articolo prosegue dando per scontata l’equazione Ungheria-Italia. Neanche si fosse votato lì. Guarda caso il lungo dossier su Orbàn fatto per metterci in guardia…”Ma cosa vuol dire svegliarsi in un paese che aspira a emulare l’Ungheria o la Polonia? Ci sono alcuni meccanismi visibili e comuni…” è lo spiegone. Sembra che vivano in una perenne campagna elettorale anche nella redazione del quotidiano di Cerasa, ieri pallidissimo in tv a commentare i dati della vittoria schiacciante di Giorgia Meloni. Eppure c’è l’oggi a cui pensare, alla nuova pagina che si sta scrivendo, senza torcicollo.

Eppure basterebbe leggere il titolo del Corriere della Sera per capire come è andata e che non c’è da elucubrare: “Giorgia Meloni ha vinto”. Secco come una fucilata, è la realtà. Invece fa ancora fatica Repubblica ad emanciparsi dal gergo da “camice nere” adottato in questi due mesi. “Gli amici, i sodali, i parenti: Il Gran Consiglio di Giorgia si prepara a Palazzo Chigi”, è uno degli articoli dedicata alla vittoria di FdI con assonanze lessicali inequivocabili. Qualcuno li svegli, la campagna elettorale è finita. Non manca il resoconto della stampa straniera che enfatizza il titolo della Cnn: il primo partito di destra vincev dai tempi di Mussolini”. Può bastare per la rosicata mattutina. Ad occhio, non gli passeràtanto presto.

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