Lo Chef di Masterchef a valanga contro Conte: “A Londra i ristoranti in crisi sono risarciti davvero, in Italia no”

“Io qui a Londra mi sono trovato molto bene con i risarcimenti che voi chiamate cassa integrazione. Ho invece sentito molti amici di ristoranti che si sono trovati in crisi. E in Italia il sistema non ha funzionato. In questo momento la ristorazione ha bisogno di una mano. È un business che funziona sul fatto che tu guadagni tutti i giorni, e togliendo l’incasso giornaliero la società in pochi mesi può veramente fallire”. Così lo chef Giorgio Locatelli, da Londra, commenta, nel corso della presentazione della decima edizione di Masterchef, la situazione di crisi della ristorazione causata dal Covid e le proteste di ieri in piazza dei ristoratori toscani.

“Anche qua a Londra si parla di un ristorante su quattro che chiuderà nel 2021”,aggiunge Locatelli. “Sarà un taglio incredibile. Bisogna cercare di essere positivi, e le risposte non te le potranno dare i politici, le devi trovare tu nel tuo lavoro. Qui il sistema è più semplice ed ha funzionato molto bene, abbiamo potuto garantire la sopravvivenza del nostro personale”, spiega Locatelli. Che aggiunge: “I ristoranti sono fatti di luci, di tavoli e di cucine, ma quello che fa un ristorante è il personale. E noi ci sentiamo responsabili per loro e le loro famiglie”.

Lo spettro di una nuova chiusura durante le feste natalizie che filtra da Palazzo Chigi e la paura di veder vanificati gli sforzi per rimanere aperti e fronteggiare la crisi. Sono sul piede di guerra i ristoratori e oggi, a Roma, molte associazioni che si sono riunite  davanti a Montecitorio per dire “No ad una nuova stretta per l’Italia durante per le festività”. «Ci vogliono uccidere definitivamente, la notizia di ieri su una possibile chiusura a Natale e Capodanno sarebbe il colpo di grazia», dice Francesco Testa, proprietario del ristorante romano Checco dello Scapicollo, tra i promotori della manifestazione insieme al Mio (Movimento imprese ospitalità).

“Non può passare questa cosa. Abbiamo già preso le prenotazioni, ordinato la merce, contattato i camerieri. Rischiamo di rimanere con un pugno di mosche in mano”. Una manifestazione che, inizialmente, era stata organizzata per un altro motivo. “Partorita per chiedere lo slittamento delle tasse al 2021 – spiega – viene ora ancora più rafforzata dalle voci che si fanno sempre più insistenti sulla chiusura del Natale. Ci hanno vietato i licenziamenti per non pagare la disoccupazione. Abbiamo anticipato le casse integrazioni. Ci hanno fatto spendere una quantità di denaro enorme per mettere a norma i locali, per sanificarli. E adesso ci chiudono ancora? Chi ce li ridà i soldi?”.

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