By Gaetano Daniele
Un linguaggio così non è tollerato nemmeno nelle patrie galere, figuriamoci da un senatore della Repubblica italiana, oltretutto donna. Ma alla senatrice dei 5 Stelle Paola Taverna, le espressioni volgari piacciono. Neanche se fossero medaglie al valor militare.
Infatti, a farla sbroccare è l’annullamento del voto sul dl Elezioni, causa mancanza del numero legale. Il Foglio dà conto degli insulti, come “sti fijide’na mign***a!”. Il tutto ha inizio – stando a quanto racconta il quotidiano diretto da Claudio Cerasa – alle 21.30 di giovedì, quando la senatrice grillina è comodamente seduta in trattoria con Vito Crimi, reggente M5s e Laura Bottici, questore del Senato. Qui a tutti arriva un messaggio dal gruppo parlamentare: “Aula convocata domani mattina alle 9.30. Va ripetuta la votazione di oggi. Rientrare tutti. Esserci”. Ed ecco che alla Taverna esce il “’Sti fiji de ’na mign***a!”.
insomma, ma con tutto il rispetto all’elettorato Grillino, ma chi ha avuto il coraggio di votare una così?