L’indiscrezione di Dagospia su Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, “quel patto tradito nel 2018”: ora i nodi tornato al pettine

By Lucia Gallo (per ith24)

A fregare l’alleato Alessandro Di Battista con un tradimento di quelli in stile M5s, ci sarebbe Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Secondo l’attentissimo  Dagospia, i mal di pancia di Dibba nascono dalla frustrazione per aver visto calpestato dai compagni del Movimento 5 Stelle un accordo stipulato con Di Maio alla vigilia del voto politico del 2018, quello del trionfo. “Inutile avere due galli nel pollaio, in questa tornata sarò io il capo e il volto del Movimento – fu il ragionamento dell’attuale ministro degli Esteri secondo la ricostruzione di Dagospia -. Tu stai fermo un giro, e alla prossima legislatura, in virtù del vincolo dei due mandati, l’attuale classe dirigente dovrà tornare a casa, e avrai campo libero per prendere il controllo e fare le liste come pare a te”.

Anche se oggi il duo comico Grillo-Di Maio, mettano in dubbio la regola dei due mandati, come hanno fatto per tutte le promesse avanzare in campagna elettorale, prima di entrare alla guida del paese.

Senza contare che “alcuni dei parlamentari a lui più vicini come Paragone in Senato e Corrao a Strasburgo, vengono espulsi o sospesi”. Una provocazione inaccettabile per “il pasionario di Vigna Clara”, spiega Dagospia: “Capisce che gli stanno scippando quello che gli spetta”, Da qui il nuovo patto, del tutto strumentale, con Davide Casaleggio, a cui “non frega niente dei sogni distopici del padre, lui deve tenere in piedi la srl e le sue consulenze, odiatissime dai 5 Stelle”.

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