L’indignazione delle vittime di mafia contro Bonafede, Conte e Di Maio: “Vergogna, libera i boss ma celebra Falcone”

By Giuseppe Falco (per ith24)

Sì fanno sentire le vittime della mafia contro questo governo che, con la scarcerazione di boss mafiosi al 41bis, non ha fatto altro che infangare la memoria delle vittime, come quella di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Piersanti Mattarella e tanti altri.

“Serve un tempestivo intervento volto a riportare i boss della criminalità organizzata in carcere, evitare
altre scarcerazioni ed accertare le reali responsabilità”. Questa la risposta è la richiesta delle Vittime del Dovere trasmessa al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al Governo, in occasione del 28° anniversario della Strage di Capaci, dove persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

“Riteniamo coerente e necessario onorare la memoria di tutti coloro che hanno offerto la propria vita in nome dello Stato proponendo azioni concrete che possano garantire reale giustizia. In data 8 maggio abbiamo trasmesso un documento di sintesi di tutto il lavoro svolto dall’Associazione Vittime del Dovere finalizzato ad impedire l’inaccettabile esodo di centinaia di pericolosi boss responsabili di efferati crimini che hanno insanguinato il nostro Paese negli ultimi decenni. In poche settimane sono stati annullati anni di lotta al fenomeno mafioso”.

E ancora: “Questi nostri insistenti appelli, fatti di note, lettere, comunicati stampa, interrogazioni parlamentari inviati ripetutamente al Ministero della Giustizia e al Governo sono stati totalmente inascoltati. Purtroppo, i fatti dimostrano che i timori crescenti, da noi palesati nel corso delle settimane, erano non solo fondati, ma hanno visto
drammaticamente la loro realizzazione”,

Insomma, un grido d’allarme che non può restare inascoltato. Anche perché questo tipo di protesta in un Paese normale non dovrebbe avvenire. È in primis lo Stato a doversi fare carico di difendere la memoria dei caduti, non consentendo le uscite dal carcere. Se uno Stato di diritto, non capisce questo, o fa finta di nulla, sorvolando il problema, è complice.

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