“Linciaggio mediatico”. Jebreal pur di attaccare il governo difende truffatori, inetti e finanche Soumahoro

Paragoni assurdi e dove trovarli. Il profilo Twitter di Rula Jebreal è un continuo susseguirsi di lamentazioni: un giorno la scrittrice palestinese ce l’ha con il presunto fascismo nel nostro Paese, l’altro con il supposto razzismo degli italiani. L’altro ancora con Giorgia Meloni o Matteo Salvini. E avanti così, ad libitum. Sulla medesima pagina social capita poi di imbattersi in ragionamenti intricati da comprendere, per quanto capziosi nella loro tesi di fondo. Nei giorni scorsi, ad esempio, la giornalista si è lanciata in una difesa estemporanea del deputato Soumahoro sfruttando come pretesto le notizie giudiziarie sull’ex sottosegretario all’Università Augusta Montaruli.

Dopo la condanna per peculato dell’esponente politica, Rula ha fatto scattare il tweet. “Paragonate il linciaggio mediatico a cui è stato sottoposto Soumahoro che peraltro non è nemmeno indagato… vs Montaruli, sottosegretaria di Fdi condannata in via definitiva: usato 25mila euro di soldi pubblici per acquistare vestiti griffati Hermès e cristalli Swarovski”, ha scritto la giornalista, approntando un accostamento discutibile proprio nei suoi termini di paragone. Peraltro la principale smentita al ragionamento della Jebreal lo avrebbe fornito la realtà, visto che di lì a poco il sottosegretario Montaruli si sarebbe dimesso  “per difendere le istituzioni“, con un atto di responsabilità non formalmente dovuto e dunque doppiamente apprezzabile. E questo anche a fronte di un riverbero inferiore a quello ottenuto dal caso Soumahoro.

La difesa del deputato ivoriano sul presunto “linciaggio mediatico” è infatti il punto sul quale Rula ha voluto insistere, sbagliando però argomentazione. Pur non essendo indagato né coinvolto in prima persona nello scandalo delle coop pro-migranti, Aboubakar si era tuttavia presentato agli elettori proprio come un avversario di quelle ingiustizie di cui ora sono accusate sua moglie e sua suocera. Una contraddizione politica imbarazzante che in molti, anche a sinistra, avevano fatto notare. E a sollecitare un passo indietro del parlamentare, se non altro per motivi di opportunità, non erano stati in primis i cattivoni del centrodestra ma i suoi stessi compagni di partito. Ma l’unico passo compiuto da Abou è stato sinora poi quello di lato, verso il gruppo misto.

A sbertucciare Rula Jebreal e il suo tweet sono stati anche gli stessi utenti dei social. “Sono due cose sicuramente diverse, però al di là di quello che deciderà la magistratura il comportamento di Sumahoro è stato pessimo”, si legge in uno dei commenti al cinguettio social della giornalista. E un altro utente ha incalzato la scrittrice così: “La gravità della questione Soumahoro (pur non indagato) non la capisci o fai finta?”. “La Montaruli non si è messa a fare la paladina dei poveri. Questa la differenza mediatica”, ha scritto invece Alberto, incalzando Rula proprio sul piano da lei evocato.

Sì perché perché l’azzardatissimo paragone social tra il caso del sottosegretario e quello di Soumahoro si è rivelato alla fine svantaggioso proprio per quest’ultimo. Il senso delle istituzioni mostrato da Montaruli ha infatti fermato sul nascere certe prevedibili polemiche; i silenzi del deputato invoriano invece continuano a suscitare imbarazzi proprio sul fronte della sua credibilità politica.

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