Libano, nessuno parla dell’attacco ai caschi Blu dell’Onu. Ecco chi sono i militari italiani in prima linea e cosa rischiano

Un convoglio diretto a Beirut dal sud del Libano tre giorni fa viaggiava verso l’aeroporto della capitale libanese ed è stato attaccato da parte di aggressori non identificati. A perdere la vita un peacekeeper irlandese delle Nazioni Unite, il soldato Seán Rooney, che faceva parte del 27 Infantry Battalion. Le Forze di Difesa irlandesi hanno dichiarato in un comunicato che alcuni mezzi della missione UNIFIL sono stati colpiti mentre si dirigevano all’aeroporto di Beirut. Il bilancio è di 1 vittima e 3 feriti.

Secondo una ricostruzione ufficiosa, il veicolo si sarebbe ribaltato nel tentativo di sfuggire all’agguato. Non è ancora chiaro se la vittima sia morta per gli spari o per le ferite riportate nell’incidente. Sempre secondo una fonte ufficiosa, i residenti sono diventati aggressivi quando i due veicoli blindati hanno fatto una deviazione attraverso Al-Aqbiya, che non fa parte dell’area sotto il mandato dell’UNIFIL. Il ministero degli Esteri libanese ha condannato l’incidente, mentre l’ufficio del primo ministro libanese ad interim Najib Mikati, in una dichiarazione, ha sollecitato un’indagine sull’accaduto. Antonio Guterres ha chiesto ‘un’indagine rapida per chiarire l’incidente’ in cui è morto mercoledì un ‘casco blu’ irlandese schierato all’interno della Forza ad interim delle Nazioni Unite per il Libano (Unifil). Il segretario generale delle Nazioni Unite ha sottolineato la necessità di “responsabilità” e ha mostrato la sua “profonda tristezza” per l’evento, che ha lasciato feriti altri tre ‘caschi blu’, di cui uno in condizioni critiche, secondo la sua portavoce Stéphane Dujarric. Le forze armate irlandesi hanno spiegato che la morte del caso blu è avvenuta quando persone non identificate hanno sparato contro due veicoli blindati che stavano trasportando otto soldati a Beirut. “Sarà aperta un’indagine completa su questo incidente”, hanno riferito. L’episodio è stato condannato dal primo ministro libanese Nayib Mikati e dal ministro della Difesa libanese Maurice Slim.

Da parte sua, il responsabile del coordinamento del partito-milizia sciita Hezbollah, Uafiq Safa, ha sottolineato che l’evento non è stato “intenzionale” e ha slegato il gruppo da quanto accaduto. La missione delle Nazioni Unite in Libano è attiva dal 1978, poco dopo il ritiro di Israele, e monitorizza anche la cessazione delle ostilità lungo il confine Libano-Israele, dopo il conflitto del 2006, garantendo l’accesso umanitario per i civili bisognosi. Della forza di pace dell’ONU in Libano, che conta ben 9923 soldati, fa parte un contingente di 1055 caschi blu italiani.

Attualmente con base Shama, da poco più di tre mesi, in servizio in Libano, i Caschi Blu italiani della Brigata Aosta che operano nell’ambito della missione UNIFIL, continuano ad assicurare il controllo della vasta area di responsabilità assieme alle Forze armate libanesi (LAF), il cui supporto è uno dei pilastri su cui si fonda il mandato ONU. Cooperazione, interoperabilità e coordinamento sono i parametri fondamentali sui quali si basa la costante attività di addestramento condotta quotidianamente dai militari del battaglione di manovra italiano che opera nel settore occidentale dell’area di operazioni di UNIFIL, affidato al comando del Generale di Brigata Giuseppe Bertoncello, che ricopre anche il ruolo di comandante del Contingente Nazionale.

Intanto pochi giorni fa nella base di Naqoura, all’eliporto del quartier generale della missione delle Nazioni Unite in Libano, si è tenuta la cerimonia di cambio di comando della Task Force ITALAIR (componente elicotteri italiana in Libano) tra il comandante cedente, colonnello Fabrizio Barone e il collega subentrante, colonnello Giuliano Innecco. Alla cerimonia era presente il generale di divisione Aroldo Làzaro Saenz, Head of Mission e Force Commander di UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon). Negli ultimi sei mesi la Task Force ITALAIR ha effettuato oltre 700 missioni di volo tra attività di trasporto, di ricognizione e pattugliamento lungo la Blue Line, oltre ad aver portato a termine con successo alcune evacuazioni sanitarie di emergenza, garantendo così il supporto aereo alla missione UNIFIL 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il generale Làzaro nel suo intervento ha sottolineato il ruolo chiave svolto dall’unità veterana della missione, presente nella Terra dei Cedri dal lontano 1979.

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