L’ex Premier Conte non va a casa, resta attaccato alla “casta”, sarà candidato alle suppletive a Siena supportato dal trio Pd-M5S-Leu

Giuseppe Conte  sarà candidato alle elezioni suppletive della Camera, nel collegio uninominale di Siena, per il seggio lasciato vacante dall’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Che si è dimesso da deputato del Pd a novembre scorso dopo essere stato eletto presidente di Unicredit. La notizia è riportata oggi dal Corriere della Sera.

Il giornale specifica anche che una data per il voto ancora non c’è, sarà materia di competenza del governo guidato da Mario Draghi, anche se l’esecutivo dimissionario aveva prescritto – in un articolo del decreto Ristori quater – le urne aperte «entro il 31 marzo».

Proprio nella giornata di ieri Giiseppe Conte aveva escluso una sua candidatura a sindaco di Roma. Un’ipotesi che aveva preso a circolare con insistenza allo scopo di rinsaldare l’alleanza Leu-Pd- M5s nella Capitale e anche per togliere di mezzo Virginia Raggi. Insomma ogni possibilità è stata vagliata affinché Conte resti in politica, anziché tornare a insegnare all’Università. Conte non vuole essere numero due neanche a Draghi e dunque aveva già fatto sapere che non entrerà nel governo. Ma nel Parlamento sì, sia per rafforzare la sua visibilità sia perché ha già mostrato una testarda passione per le poltrone.

Per non scomparire l’ex premier vuole allora entrare in Parlamento. “Conte ne ha parlato con Di Maio e Grillo, poi ha sottoposto la questione a Goffredo Bettini, che l’ha girata alla segreteria del Pd; il cerchio s’ è andato via via chiudendo e la decisione, domenica pomeriggio, era già bella che presa.Giusto in tempo per poter formalizzare, di fronte all’assemblea dei parlamentari pentastellati, che «no, non sarò ministro nel governo Draghi»”.

La strada che Conte intende percorrere è simile a quella percorsa dall’ex pm Antonio Di Pietro, che si candidò nel Mugello nel 1997. A sostegno di Conte l’alleanza Pd-M5S e Leu  ed “è possibile che sulla scheda, accanto al suo nome, appaia per la prima volta il simbolo dell’«Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile», embrione della coalizione comune che verrà, prima o poi”.

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